All'Istituto Pascale a scuola
​di chirurgia in sala operatoria

All'Istituto Pascale a scuola di chirurgia in sala operatoria
Giovedì 20 Giugno 2019, 12:54
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La sala operatoria numero 3 resta aperta dalle 8 alle 19, c'è tutta l'equipe della struttura complessa maxillo facciale al completo, ma non è una giornata di interventi qualsiasi. Nella sala operatoria numero 3 del Pascale, a Napoli, si fa scuola. Ad assistere agli interventi su 5 pazienti c'è un pubblico di oncologi venuti dalla Germania, dalla Cina, dagli Stati Uniti. Ci sono anche 5 chirurghi italiani, due vengono da Bari, due da Roma, uno da Potenza. Mentre l'equipe di Franco Ionna opera, girano video, scattano foto. È il primo corso teorico pratico di elettrochemioterapia per i tumori testa collo di cui la struttura complessa maxillo facciale dell'Istituto dei tumori di Napoli è riferimento europeo.

È una giornata senza precedenti. Il capo dipartimento Ionna e il suo staff, una decina tra chirurghi, oncologi medici, anestesisti e infermieri, eseguono tre interventi di elettrochemioterapia, l'asportazione della lingua più un linfonodo sentinella e operano un paziente per una recidiva di cancro alla parotide con salvataggio del nervo facciale. I tedeschi sono i più entusiasti. Ma gli americani non scherzano. I cinesi sono oramai di casa al Pascale. Ionna spiega mentre opera, dà delucidazioni, gli ospiti prendono appunti. Ionna non è nuovo a interventi-spettacolo. Era accaduta la stessa cosa la settimana scorsa, ma in Colombia, dove aveva operato, con il robot da Vinci, due pazienti con una tecnica dello svuotamento del collo, per il trattamento delle metastasi latero cervicali, inventata proprio da lui. Secondo il direttore generale del Pascale, Attilio Bianchi «si conferma che la nostra struttura si attesta sempre più a livello mondiale per le sue alte specializzazioni. Ionna è solo uno dei tanti nostri professionisti vanto in Italia e nel mondo. Basti pensare che la settimana scorsa è stato invitato a Bogotà per effettuare interventi chirurgici di testa collo con il robot da Vinci presso l'Istituto nazionale del cancro della Colombia».
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