Nobel, ignorati gli inventori del vaccino anti Covid. È polemica: «Il premio doveva andare a loro»

Nobel, ingorati gli inventori del vaccino anti Covid. È polemica: «Il premio doveva andare a loro»
Nobel, ingorati gli inventori del vaccino anti Covid. È polemica: «Il premio doveva andare a loro»
Lunedì 4 Ottobre 2021, 16:58 - Ultimo agg. 19:27
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Il premio Nobel per la Medicina 2021 è stato assegnato a David Julius, docente statunitense di 65 anni, e Ardem Patapoutian, ricercatore libanese di 54 anni fuggito ragazzo da Beirut devastata dalla guerra. Sono stati premiati per la scoperta dei recettori alla base del tatto e dei meccanismi che regolano la percezione del freddo e del caldo. «La nostra capacità di percepire il caldo, il freddo e il tatto è essenziale per la sopravvivenza e sostiene la nostra interazione con il mondo che ci circonda. Nella nostra vita quotidiana diamo per scontate queste sensazioni, ma come vengono avviati gli impulsi nervosi in modo che la temperatura e la pressione possano essere percepite? Questa domanda è stata risolta dai premi Nobel di quest’anno», ha spiegato la giuria presso il Karolinska Institute di Stoccolma.

«Delusione»

Ma come spesso avviene, la scelta di assegnare il massimo riconoscimento a Julius e Patapoutian divide il mondo della medicina, c’è chi non nasconde disappunto per il mancato riconoscimento a chi ha inventato la tecnica alla base dei vaccini anti-Covid a mRna. Tra coloro che si rammaricano per l’occasione persa c’è Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova: «E’ una grande delusione, forse è passato il tempo anche per questo riconoscimento», riflette. «Nel senso che, con quello che è successo negli ultimi due anni, non essere reattivi e non avere la capacità di dare il premio a chi ha inventato la tecnica alla base dei vaccini anti-Covid a mRna rende questo premio desueto e anacronistico», osserva l’esperto.

Bassetti fa riferimento a Ugur Sahin, amministratore delegato di BioNTech, che insieme alla moglie Özlem Türeci ha sviluppato il vaccino anti-Covid a mRna. «Oggi per lui e la moglie ci sono altri riconoscimenti più importanti e lo dico da scienziato - sottolinea l’infettivologo - Chi ha sviluppato la tecnologia a mRna per il vaccino contro il coronavirus ha ottenuto più di un premio, il grandissimo plauso del mondo perché hanno salvato la vita a milioni di persone».

Riti accademici

Perplesso anche Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica di Roma. «Mi pareva più che meritato un premio Nobel legato al tema del Covid, ma l’Accademia ha i suoi ritmi e riti, e gli svedesi sono piuttosto freddi anche nei confronti della pandemia», commenta. Per altri invece il tema del virus è comunque presente. «È sicuramente molto bello che il contatto fisico, forzatamente negato in questi mesi di pandemia Covid, sia al centro del premio dei premi per la medicina. Non so se ci sia stata una volontà precisa, quest’anno, nel dare il Nobel alle scoperte che hanno a che fare con i meccanismi del tatto e del calore, ma non c’è dubbio che la circostanza è interessante. E fa riflettere su quello che abbiamo detto in questi due anni di pandemia, sull’importanza psicologica del contatto che è un fatto biologico poi elaborato a livello psicologico», afferma David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi.

Ketty Peris, presidente della Società italiana di dermatologia medica, un premio ai vaccini anti Covid lo aveva escluso in partenza. «Troppo scontato - sottolinea - non fa parte della filosofia del Nobel. Poi magari tra alcuni anni lo daranno agli scienziati del Covid, chi lo sa. Ma è proprio insito nell’istituzione dell’Accademia non assegnare mai riconoscimenti a una scoperta tanto fresca, anche perché c’è bisogno di tanta letteratura, di tanta mole e robustezza» di dati prima di ricevere il riconoscimento. E i due vincitori «sono persone che da una vita si dedicano a questo, pubblicando sulle riviste più prestigiose della scienza». Per il genetista Edoardo Boncinelli, Julius e Patapoutian meritano ampiamente l’onorificenza. «Ci sono persone che nascono senza saper riconoscere il caldo dal freddo. Sono sensazioni, queste, che possono salvare la vita. Ecco la portata delle scoperte premiate quest’anno con il Nobel per la Medicina o la Fisiologia. Se poi pensiamo al tatto, ci sono stati studi bellissimi sui baffi degli animali e rivelano veramente un mondo affascinante e complesso. Tutto questo ci fa capire che abbiamo tante facce e che ci possono tante maniere di essere malati, ma ce n’è una sola di essere sani».

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