Nomofobia, il disturbo social che colpisce le nuove generazioni

Le persone che sono più inclini a sviluppare questo tipo di sindrome sono quelli che organizzano le giornate in funzione del dispositivo

Nomofobia, il disturbo social che colpisce le nuove generazioni
Nomofobia, il disturbo social che colpisce le nuove generazioni
di Clara Lacorte
Mercoledì 15 Febbraio 2023, 12:21 - Ultimo agg. 16:34
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La nomofobia, la cui parola deriva dall’abbreviazione della frase “no-mobile phobia”, è un’espressione con la quale si indica il disturbo derivante dall’assenza, più o meno prolungata, di oggetti elettronici primo fra tutti il cellulare. La nomofobia, molto diffusa tra le nuove generazioni, porta in chi ne soffre atteggiamenti di panico, stress ed ansia nel momento in cui si realizza di non avere più il contatto con il mondo virtuale dal quale si è fortemente dipendenti. La nomofobia, quindi, si configura come una vera e propria paura di rimanere sconnessi, slegati dal mondo dei social al quale si sente di appartenere più che al mondo della realtà.

Ma come ci si riconosce nella sindrome?
«La caratteristica della nomofobia è quella di una paura, un timore di rimanere senza cellulare, con la batteria scarica, senza credito o senza collegamento ad Internet. Le persone che sono più inclini a sviluppare questo tipo di sindrome sono coloro che organizzano le proprie giornate in funzione del proprio dispositivo, attraverso il continuo controllo della batteria per esempio. L’assenza del cellulare o della connessione ad internet può scatenare nel soggetto momenti di panico ed ansia» afferma lo psicologo Carlo Romano.

Dunque, la nomofobia si lega anche al concetto di dipendenza dai social e dall’utilizzo smodato dei dispositivi elettronici che divengono parte integrante della vita dei soggetti affetti da tali disturbi. Chi ne soffre, infatti, sviluppa atteggiamenti ansiosi e ossessivi come, ad esempio, il controllo costante ed eccessivo delle pagine social, il controllo continuo del proprio credito telefonico o, in molti casi, l’uso del cellulare in luoghi poco pertinenti. 

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«Altro fenomeno importante da considerare affianco alla nomofobia è la “fomo” ovvero la paura che le persone hanno di essere tagliate fuori da quello che succede sui social network. Da qui deriva l’esigenza di rimanere costantemente sui social per essere aggiornati e non sentirsi esclusi» aggiunge lo psicologo Romano. La nomofobia, ovviamente, colpisce maggiormente le nuove generazioni i quali si servono del proprio cellulare come di un’appendice del proprio corpo, irrinunciabile. Il fatto di esser nati, almeno per la maggior parte dei casi, nell’era della tecnologia spinge i più giovani a considerare i dispositivi elettronici come ad un qualcosa di necessario e fondamentale nelle proprie vite.

«Sicuramente i giovani sono i primi a soffrire di nomofobia, ma non sono gli unici. Anche le persone più adulte possono soffrirne. Alla base di tutto vi è un bisogno da soddisfare e rimanere necessariamente collegati è fondamentale. Ma sarebbe utile capire il perché di tali atteggiamenti e come poter aiutare la persona che soffre di questo disturbo», conclude lo psicologo Romano.

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