Omicron 2, posso reinfettarmi dopo esser guarito da Omicron 1? Cosa sappiamo sulla nuova mutazione

Omicron 2, posso reinfettarmi dopo esser guarito da Omicron 1? Cosa sappiamo sulla nuova mutazione
Omicron 2, posso reinfettarmi dopo esser guarito da Omicron 1? Cosa sappiamo sulla nuova mutazione
Simone Pierinidi Simone Pierini
Domenica 13 Febbraio 2022, 09:13 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 15:58
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La variante Omicron 2 (BA.2), ovvero l'evoluzione di Omicron (BA.1), sta mostrando una velocità superiore al ceppo originale e in alcuni Paesi - come la Danimarca - sta pian piano diventando prevalente. Secondo i primi dati emersi la mutazione non sembra mostrare una maggiore pericolosità e non desta particolari preoccupazioni, ma gli esperti continuano a monitorarne l'evoluzione. Il recente rapporto pubblicato dalla UK Health Security Agency, l'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, ha reso noto le prime informazioni raccolte dal giorno della sua identificazione. «In Danimarca e Gran Bretagna è stato notato un aumento del numero di sequenze del sotto-lignaggio Omicron BA.2 nella settimana che dal 3 gennaio 2022. Il profilo del picco di BA.2 contiene 28 mutazioni», si legge nel rapporto. Quindi Omicron 2 quanto è contagiosa? Posso reinfettarmi dopo aver già contratto Omicron 1? 

Variante Omicron 2, velocità e caratteristiche

Tasso di crescita

La variante Omicron BA.2 ha un tasso di crescita maggiore rispetto a BA.1 in tutte le regioni dell'Inghilterra. Mentre la crescita dei tassi può essere sovrastimata all'inizio dell'emergere di una variante, l'apparente vantaggio di crescita è attualmente sostanziale.

Scrive l'Agenzia Uk nel rapporto.


Reinfezioni

Sebbene una proporzione limitata di campioni sia sequenziata, ad oggi secondo il rapporto in Inghilterra non è stata rilevata alcuna reinfezione da BA.2 confermata dalla sequenza a seguito di un'infezione da BA.1. Chi negli ultimi due mesi si è infettato con la variante Omicron con ogni probabilità è protetto dalla variante Omicron 2. Almeno nel breve periodo. A suggerirlo è anche uno studio condotto da ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston pubblicato su medRxiv, piattaforma che rende disponibili le ricerche in attesa di valutazione da parte della comunità scientifica. Fin dalla comparsa della variante Omicron a fine novembre, il ceppo BA.1 si è diffuso rapidamente in tutto il mondo causando la gran parte delle infezioni che hanno caratterizzato l'attuale ondata. Da qualche settimana, tuttavia, il lignaggio BA.2 sta guadagnando terreno in virtù di una apparente maggiore capacità infettiva. Da più parti sta sorgendo la preoccupazione che i milioni di persone infettate da BA.1 possano reinfettarsi qualora la seconda variante possa prendere il sopravvento. Il nuovo studio, sebbene preliminare e in attesa di revisione, sembra escludere questa ipotesi.

 

La ricerca ha svolto due differenti test: utilizzando il siero di 24 persone vaccinate ha verificato se la comparsa di Omicron 2 comporti un'ulteriore perdita di capacità protettiva dei vaccini rispetto a Omicron 1. La riduzione di efficacia c'è, ma è inferiore di quanto si temesse. Nello specifico, con due dosi di vaccino, mentre per Omicron si osserva una riduzione di 23 volte della capacità neutralizzante degli anticorpi rispetto al virus di Whuan, con Omicron 2 la riduzione è di 27 volte. Con la terza dose, la riduzione di efficacia si attenua notevolmente: è di 6,1 volte per Omicron 1 e di 8,4 volte per Omicron 2. La seconda parte dello studio ha verificato, in 8 persone che si erano ammalate con Omicron 1, se gli anticorpi sviluppati a seguito dell'infezione fossero protettivi contro Omicron 2. I test hanno mostrato una riduzione di capacità neutralizzante degli anticorpi compresa tra il 25 e il 30%, non sufficiente, secondo i ricercatori, a rendere vulnerabili a una reinfezione. Il calo di protezione, inoltre, era più evidente in chi non fosse vaccinato o fosse vaccinato con due sole dosi rispetto a chi si era già sottosto al booster.

Intervallo seriale più rapido

Tornando al rapporto dell'Agenzia britannica l'analisi preliminare dai dati di tracciamento dei contatti suggerisce che il tempo medio dal sintomo dall'inizio di un caso primario all'esordio dei sintomi nei loro contatti identificati (l'intervallo seriale medio) risulti circa mezza giornata più breve per BA.2 rispetto a BA.1, con un intervallo seriale medio di 3,27 giorni contro 3,72 per BA.1. Entrambi sono più brevi dell'intervallo seriale medio rispetto a Delta (4,09 giorni). L'intervallo seriale suggerisce che il tempo tra le infezioni primarie e secondarie sia più breve e questo potrebbe contribuire all'aumento del tasso di crescita di BA.2.
 


Efficacia del vaccino

Secondo uno studio dell'Università di Oxford che ha analizzato individui che di recente hanno ricevuto una dose booster, i vaccini attualmente in uso sono grado di neutralizzare entrambe le varianti allo stesso modo. 

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