Il Covid è tornato ad affacciarsi con insistenza in Italia. E mentre i virologi lanciano l'allarme in vista dell'estate, continua l'aumento delle reinfezoni da Omicron. Lo spiega l'Iss nel report esteso settimanale: dal 24 agosto 2021 al 5 giugno 2022 sono stati segnalati 532.755 casi di reinfezione, pari a 4.0% del totale dei casi notificati, nell'ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 7,4%, in aumento rispetto alla settimana precedente quando erano il 6,3%. Più a rischio i non vaccinati, le donne, i sanitari e chi è vaccinato da più di 120 giorni.
L'analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021, specifica meglio il Report, indica un rischio maggiore nei soggetti con prima diagnosi di Covid notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di Covid-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti.
Nessuna conferma che Omicron 4 e 5 siano più gravi
Nel corso dell'ultima settimana in Italia «il numero di casi di Covid risulta in crescita mentre ospedalizzazioni, ricoveri in terapia intensiva e decessi si confermano in diminuzione». Aumento, rispetto alla precedente settimana, anche la percentuale di casi tra gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione (2,5%). Lo si legge nel Report esteso settimanale dell'Istituto superiore di sanità. «Attualmente, non c'è evidenza che le infezioni causate dalle varianti BA.4 e BA.5 siano associate ad un'aumentata gravità delle manifestazioni cliniche rispetto a quelle causate da BA.1 e BA.2»
Vaccino previene malattia grave fino all'87%
L'efficacia del vaccino anti Covid nel periodo di prevalenza di Omicron (dal 3 gennaio 2022) nel prevenire casi di malattia severa è del 69% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 68% con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 71% in chi ha completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni, per arrivare al 87% nei vaccinati con booster. Lo indica il Report esteso settimanale Iss che integra il monitoraggio. Nel prevenire il contagio è pari al 41% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, 32% tra i 91 e 120 giorni, e 46% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo o pari al 55% con dose booster.
I dati
Gli indici della pandemia in Italia quindi sono ancora in risalita, una conferma dell'inversione di trend in atto: questa settimana è infatti aumentata l'incidenza dei casi per 100mila abitanti, fissandosi a 310, ed anche l'indice di trasmissibilità Rt è cresciuto toccando il valore di 0,83. Ad aumentare lievemente sono anche i ricoveri nei reparti ordinari mentre si registra un calo nelle intensive. Un quadro che, avvertono gli esperti, richiama ad una nuova prudenza, a partire dall'uso delle mascherine ormai non più obbligatorie pressoché ovunque tranne che in ospedali, Rsa e trasporti pubblici. Anche questa settimana, ha sottolineato il direttore Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, illustrando i dati del monitoraggio settimanale Istituto superiore di sanità-ministero, «tende ad aumentare sia pure lievemente il numero di casi di Covid, e aumentano incidenza ed Rt. Il tasso di occupazione dei posti di area medica e di terapia intensiva è rispettivamente al 6,7% e all'1,9%». Leggero calo per le intensive dunque rispetto al 2% di occupazione di sette giorni fa. Negli ospedali, pertanto, «non c'è una tendenza alla congestione», ha rilevato l'esperto.
Tuttavia, a fronte di un lieve aumento dei ricoveri ordinari passati dal 6,6% della scorsa settimana al 6,7%, in due Regioni si torna a superare la soglia di allerta del 15% per l'occupazione dei reparti ospedalieri. Sono la Sicilia, al 15,5%, e la Valle d'Aosta al 15,3%. Intanto, l'Iss ha reso noto i risultati dell'ultima indagine rapida sulla prevalenza delle varianti, dalla quale emerge che in Italia il 7 giugno scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.2 predominante (al 62,98%). Sono invece aumentati i casi riconducibili alle sottovarianti BA.4 e BA.5, e quest'ultima sale al 23,15% di prevalenza dallo 0,41% della precedente indagine. Attualmente, non c'è tuttavia evidenza che le infezioni causate da BA.4 e BA.5 siano associate ad una aumentata gravità delle manifestazioni cliniche, si precisa nella relazione tecnica all'indagine. Una situazione epidemiologica da tenere sotto stretto monitoraggio.
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