Pfizer e Moderna, dalle reazioni all'immunità: tutto quello che c'è da sapere sui vaccini su cui punta l'Europa

Pfizer e Moderna, dalle reazioni all'immunità: tutto quello che c'è da sapere sui vaccini su cui punta l'Europa
Giovedì 15 Aprile 2021, 09:30 - Ultimo agg. 16 Aprile, 10:13
6 Minuti di Lettura

Ecco cosa c'è da sapere sui due vaccini su cui sta puntando l'Europa. Farmaci come Pfizer e Moderna con tecnologia mRNA che si differenzia da quelli con il vettore virale come, ad esempio, AstraZeneca, Johnson & Johnson, Sputnik e Reithera. Questi i vari interrogattivi che in molti si fanno: Come funzionano? Causano modificazioni genetiche? E ancora: Per quanto tempo immunizzano e chi è vaccinato può contagiare altre persone?  La sperimentazione è stata troppo breve? E infine quando torneremo alla vita di prima?

Vaccini, in arrivo 7 milioni di Pfizer: fiale aggiuntive coprono l’alt di Johnson&Johnson. AstraZeneca, Ema pronta a rivedere la seconda dose

Come agiscono i vaccini mRNA?

I virus Sars-cov-2 infettano le persone utilizzando una proteina di superficie, denominata Spike, che agisce come una chiave permettendo l’accesso dei virus nelle cellule, in cui poi si possono riprodurre. Tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca la proteina Spike e quindi impedisce l’infezione delle cellule. I due vaccini Covid-19 a mRNA utilizzano molecole di acido ribonucleico messaggero (mRNA) che contengono le istruzioni perché le cellule della persona che si è vaccinata sintetizzino le proteine Spike. Nei vaccini le molecole di mRNA sono inserite in microscopiche vescicole lipidiche che permettono l’ingresso del mRNA nelle cellule. Una volta iniettato, l'mRNA viene assorbito nel citoplasma delle cellule e avvia la sintesi delle proteine Spike. Le proteine prodotte stimolano il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici.

In chi si è vaccinato e viene esposto al contagio virale, gli anticorpi così prodotti bloccano le proteine Spike e ne impediscono l’ingresso nelle cellule. La vaccinazione, inoltre, attiva anche le cellule T che preparano il sistema immunitario a rispondere a ulteriori esposizioni a Sars-cov-2. Il vaccino, quindi, non introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike. Se, in un momento successivo, la persona vaccinata entra nuovamente in contatto con il Sars-cov-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo. Infine l’mRNA del vaccino non resta nell’organismo, ma si degrada poco dopo la vaccinazione.

 

Quanto dura la protezione indotta da questi vaccini?

Non è ancora definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi, ma le conoscenze sugli altri tipi di coronavirus indicano che la protezione dovrebbe essere di almeno 9-12 mesi.

I vaccini mRNA possono provocare la malattia Covid-19 o alterazioni genetiche? 

Questi vaccini non utilizzano virus attivi, ma solo una componente genetica che porta nell’organismo di chi si vaccina l’informazione per produrre anticorpi specifici. Non sono coinvolti virus interi o vivi, perciò i vaccini non possono causare malattie. L'mRNA dei vaccini, come tutti gli mRNA prodotti dalle cellule, si degrada naturalmente dopo pochi giorni nella persona che lo riceve.

I vaccinati possono trasmettere l'infezione ad altre persone?

Gli studi clinici condotti finora hanno permesso di valutare l’efficacia dei vaccini mRNA sulle forme clinicamente manifeste di Covid-19, ma è necessario più tempo per ottenere dati significativi per dimostrare se i vaccinati si possono infettare in modo asintomatico e contagiare altre persone. Sebbene sia plausibile che la vaccinazione protegga dall’infezione, i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti Covid-19.

La sperimentazione è stata abbreviata per avere nel minore tempo possibile il farmaco? 

Gli studi sui vaccini anti Covid-19, compresi i vaccini a mRNA, sono iniziati nella primavera 2020, perciò sono durati pochi mesi rispetto ai tempi abituali, ma hanno visto la partecipazione di un numero assai elevato di persone: dieci volte superiore agli standard degli studi analoghi per lo sviluppo dei vaccini. Perciò è stato possibile realizzare uno studio di grandi dimensioni, sufficienti per dimostrare efficacia e sicurezza. Non è stata saltata nessuna delle regolari fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza del vaccino: i tempi brevi che hanno portato alla registrazione rapida sono stati resi possibili grazie alle ricerche già condotte da molti anni sui vaccini a RNA, alle grandi risorse umane ed economiche messe a disposizione in tempi rapidissimi  e alla valutazione delle agenzie regolatorie dei risultati ottenuti man mano che questi venivano prodotti e non, come si usa fare, soltanto quando tutti gli studi  sono completati. Queste semplici misure hanno portato a risparmiare anni sui tempi di approvazione.

 

Dopo la vaccinazione si tornerà alla vita di prima?

Anche se l’efficacia dei vaccini disponibili è molto alta (oltre il 90%) vi sarà sempre una porzione di vaccinati che non svilupperà la difesa immunitaria, inoltre, ancora non sappiamo in maniera definitiva se la vaccinazione impedisce solo la manifestazione della malattia o anche il trasmettersi dell’infezione. Ecco perché essere vaccinati non conferisce un “certificato di libertà” ma occorre continuare ad adottare comportamenti corretti e misure di contenimento del rischio di infezione.

Qual è l'intervallo ottimale tra prima e la seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna?

L’intervallo ottimale tra le dosi per i vaccini a mRNA è, rispettivamente, di 21 giorni per Pfizer e di 28 giorni per Moderna. Qualora tuttavia si rendesse necessario dilazionare di alcuni giorni la seconda dose, la Commissione Tecnico Scientifica di Aifa precisa che, in accordo con quanto dichiarato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, non è possibile superare in ogni caso l’intervallo di 42 giorni per entrambi i vaccini a mRNA. Si ribadisce che per ottenere una protezione ottimale è necessario completare il ciclo di vaccinazione con la seconda dose.

© RIPRODUZIONE RISERVATA