Plasma, raccolta in calo: è allarme, livelli peggiori del lockdown

Sacche acquistate all'estero per soddisfare il fabbisogno di medicinali come l'albumina e le immunoglobuline

Una donazione di sangue
Una donazione di sangue
Venerdì 13 Gennaio 2023, 12:58
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Il 2022 è stato un anno nero per la raccolta di plasma. Sono stati raccolti 842.949 chili, circa 20mila in meno rispetto al 2021, quando se n’erano raccolti 862.401. Il calo del 2,3% fa sì che la parte liquida del sangue, necessaria alla produzione di farmaci salvavita, sia addirittura inferiore ai livelli del 2020, quando i mesi di lockdown avevano fatto sentire i loro effetti su tutto il sistema sanitario nazionale.  

La causa principale del crollo della raccolta è ascrivibile all’andamento dell’epidemia di Covid e in particolare alla variante Omicron, come dimostrato nei monitoraggi mensili pubblicati sul sito del Centro nazionale sangue.

In corrispondenza dei picchi di contagi segnalati a gennaio, aprile e luglio infatti sono corrisposte brusche frenate nella raccolta di plasma (rispettivamente -10%, -13% e -6,7% rispetto all’anno precedente).  Questi numeri, dopo la ripresa registrata l’anno scorso, allontanano ulteriormente l’Italia dall’obiettivo autosufficienza. Per soddisfare il fabbisogno di medicinali plasmaderivati come l’albumina e le immunoglobuline l'Italia è stata costretta a rivolgersi sempre maggiormente al mercato estero, in particolare negli Stati Uniti.

«Il plasma è una risorsa fondamentale per il sistema sanitario nazionale – spiega Vincenzo De Angelis, direttore del Centro nazionale sangue – eppure sono ancora in pochi a essere a conoscenza della sua importanza. Contrariamente ai globuli rossi, l’Italia non è autosufficiente per il plasma e questo ci espone a dei rischi che, come ci ha fatto capire il Covid, sono meno ipotetici di quanto non ci aspettassimo».

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