Policlinico Federico II di Napoli, parti in sicurezza nel pianeta donna

Policlinico Federico II di Napoli, parti in sicurezza nel pianeta donna
di Giuliana Covella
Giovedì 13 Dicembre 2018, 10:30
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Novecento prestazioni di diagnosi prenatale non invasiva; 350 di diagnosi prenatale invasiva; 3.000 accessi ambulatoriali di gravidanza a rischio; 7.000 prestazioni di gravidanza fisiologica, 6000 prestazioni di cardiotocografia. Dati relativi all'anno in corso, che parlano chiaro su quella che, a giusta ragione, è considerata un'eccellenza tra le strutture sanitarie pubbliche della Campania. Un luogo in cui le future mamme sono accolte e seguite per tutto il percorso nascita, con la massima attenzione a tutti gli aspetti clinici e psicologici della gravidanza. Un vero e proprio modello virtuoso rappresentato dalla clinica ostetrico-ginecologica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, che richiama ogni anno migliaia di donne da tutto il territorio regionale e non solo.

Il miglioramento delle numerose attività dell'area ostretrico-ginecologica dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli è frutto del lavoro sinergico dell'equipe medica con i vertici aziendali - il direttore generale Vincenzo Viggiani, il direttore sanitario Gaetano D'Onofrio e il direttore amministrativo Natale Lo Castro - che stanno accelerando il processo di rinnovamento di tutto il Policlinico Federico II. La ristrutturazione del Pronto Soccorso Ostetrico, la nascita degli spazi per la breve osservazione (OBI), i codici di triage sono solo alcune delle grandi innovazioni realizzate che si affiancano alla riorganizzazione delle attività ambulatoriali in termini di appropriatezza e delle competenze ultra specialistiche, con un Day Hospital centralizzato, le sale operatorie all'avanguardia, reparti di degenza con personale altamente competente per l'attività di sorveglianza di pazienti ad altissimo rischio sia ostetrico che ginecologico. Un percorso che sarà ancora più evidente con la completa ristrutturazione delle sale travaglio/parto (di cui è già in atto il progetto). Tutto questo è riscontrabile nel generale riassetto messo in atto da Giuseppe De Placido, direttore del Dipartimento Materno Infantile in stretta collaborazione con Fulvio Zullo, responsabile dell'oncologia ginecologica, Giuseppe Bifulco, responsabile della Fisiopatologia ostetrico-ginecologica e Mariavittoria Locci, coordinatrice del Percorso Nascita.

«Era da molti anni che non avveniva la ristrutturazione di questi spazi e grazie all'impegno del direttore generale Vincenzo Viggiani - spiega De Placido - circa un mese fa ci sono stati consegnati i locali del nuovissimo pronto soccorso, traguardo importante che ci posiziona tra i migliori centri ostetrico-ginecologici di tutto il territorio nazionale». Il percorso passa attraverso una sala di accettazione/triage, che smista la paziente a seconda del codice colore. «Abbiamo una nuova sala per la cardiotocografia direttamente collegata all'unico servizio regionale di Telemedicina, attraverso cui è possibile effettuare il monitoraggio del benessere fetale con metodica computerizzata, servizio collegato a numerose strutture ospedaliere e consultoriali dislocate su tutto il territorio regionale; una sala OBI con la possibilità di osservare contemporaneamente quattro pazienti per 24/48 ore, finalizzata alla riduzione di una serie di ricoveri inappropriati, oltre a sale dedicate al personale medico, ostetrico e specialisti in formazione». Essendo un polo di II livello, nel pronto soccorso giungono la maggior parte delle patologie ginecologiche ed ostetriche della Campania e delle regioni limitrofe, tra cui moltissimi casi di pazienti con gravidanze ad altissimo rischio oltre a patologie oncologiche. La partoanalgesia, le posizioni libere in travaglio e la presenza di un familiare vicino alla paziente sono oggi imprescindibili metodiche che il DAI Materno-Infantile ha fatto sue nella realizzazione del concetto - tanto caro all'Oms - di umanizzazione del parto. Questi nuovi atteggiamenti e percorsi hanno determinato un tangibile e oggettivo miglioramento del «rate» ostetrico. Per supportare le mamme sono, inoltre, già da anni organizzati corsi di accompagnamento alla nascita per le gestanti: la struttura propone, infatti, incontri settimanali con le donne in gravidanza e i loro partners, nel corso dei quali i futuri genitori possono confrontarsi con ostetriche, ginecologi e pediatri e condividere esperienze, timori e quesiti.
 

L'introduzione di protocolli e percorsi diagnostico-terapeutici, secondo le più moderne linee guida, e l'organizzazione interna di alta specializzazione a seconda del servizio di assistenza, hanno consentito la riduzione della morbilità materna del 70% e la mortalità materna del 100%. Più che esaustivi i dati: un solo caso di morte nel 2017, nessuno nel 2018. «Nel 2018 abbiamo registrato circa 2.700 parti; ulteriore traguardo raggiunto è la riduzione tra il 20-22% dei cesarei primari corretti per patologie, quindi sovrapponibile alla media nazionale», rimarca De Placido. La riduzione dei tagli cesarei si è ottenuta anche promuovendo il parto vaginale in donne con gravidanza a basso rischio, che hanno già avuto un taglio cesareo (VBAC, Vaginal Birth AfterCesarean). Così come è da sottolineare la riduzione del ricorso all'episiotomia dal 30,4% al 15,7%, risultati possibili grazie ad audit settimanali che hanno coinvolto tutti i medici, il personale ostetrico, gli specializzandi, nonché all' aggiornamento dei PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) che vanno dalle pre-induzioni al travaglio alla gestione delle più rischiose patologie ostetriche. È di grande rilevanza assistenziale e sociale che il 70% di tutta l'ostetricia che afferisce al polo federiciano è rappresentato da gravidanze a rischio oltre a numerosi casi di placentazioni anomale (placente previe con vari gradi di accretismo).

Il Dipartimento è attivo nella tutela e nella promozione della salute della donna a 360 gradi, dice il prof. Fulvio Zullo. «Infatti è la struttura pubblica regionale che effettua il maggior numero di prestazioni di diagnosi e cura di lesioni pre-neoplastiche e neoplastiche della sfera genitale femminile attraverso gli ambulatori di colposcopia, isteroscopia, ecografia ginecologica di III livello e tecniche diagnostiche ad alta specializzazione che vengono praticate da specialisti con esperienza riconosciuta a livello nazionale ed internazionale». 300 sono i cancri operati nel 2018, il 40% in più rispetto al 2017 ed il 65% in più rispetto al 2016. L'attività assistenziale va di pari passo con quella scientifica. «Nel mese di novembre - aggiunge Zollo - è stato riconosciuto alla ginecologia federiciana il premio per il miglior contributo scientifico in isteroscopia nel corso del 47mo Global Congress di Ginecologia Laparoscopica che si è tenuto a Las Vegas». Il Dipartimento è, inoltre Centro di Riferimento Regionale per le Malattie Infettive e Aids in ostetricia e ginecologia e Centro di Riferimento Regionale per l'Infertilità e la Sterilità di Coppia. A quest'ultimo, che eroga tecniche di riproduzione assistita di I, II e III livello, afferiscono 1000 coppie all'anno di cui il 60% di pazienti con età compresa tra i 35 anni e 44 anni con una prognosi riproduttiva molto bassa. Nonostante ciò i tassi di gravidanza risultano essere in linea agli standard nazionali e internazionali.

In questo contesto si inserisce il centro di oncofertilità dedicato alla preservazione della fertilità in pazienti affetti da patologia neoplastica, mediante l'utilizzo delle più moderne metodiche di crioconservazione di gameti maschili, femminili e tessuto ovarico. Il centro rappresenta l'unico in Italia ad aver istituito una rete regionale secondo il principio «hub and spoke», atta a garantire una recettività mediante piattaforma on-line ed é in stretta collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità ed il Centro Nazionale Trapianti. Attraverso questo articolato sistema informatizzato, il centro federiciano è collegato con tutti i centri oncologici di tutto il territorio regionale, i quali hanno la possibilità in tempi brevissimi di prenotare consulenze, discutere di casi clinici e prendere decisioni rapide ai fini della tutela della salute dei pazienti con un servizio H24. Il centro si avvale di un team multidisciplinare costituito da: ginecologo, oncologo, ematologo, chirurgo generale, biologo, urologo/andrologo/endocrinologo, psicologo, genetista. Il «tailor made» oggi utilizzato anche in campo oncologico per la preservazione della fertilità prevede protocolli ben standardizzati e personalizzati tenendo presente l'età, la riserva ovarica ed il grado di gonadotossicita dei farmaci oncologici ai quali la paziente deve sottoporsi. Il ripristino della fertilità nelle pazienti oncologiche è subordinato anche ad un recupero di una sana sessualità. Presso il Centro federiciano è attivo, da circa 2 anni, anche un ambulatorio dedicato al trattamento dell'atrofia uro-genitale in pazienti in menopausa fisiologica ed oncologica. È una delle poche strutture pubbliche in Italia che dispone del Laser CO2 frazionato - Monnalisa Touch dotato di una sonda specifica per il fotoringiovanimento vaginale (Reshaping). Una tecnica che migliora i sintomi correlati all'atrofia vulvo-vaginale come: secchezza, prurito, dispareunia e disturbi urinari di cui sono affette sopratutto le pazienti oncologiche sottoposte a trattamenti di chemio e radio terapia. Presso il centro sono stati effettuati circa 1200 trattamenti laser di cui 900 in pazienti oncoloche e 300 in menopausa fisiologica.
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