Quarta dose vaccino Covid, chi deve farla e chi no: domande e risposte, tutto quello che sappiamo finora

Quarta dose vaccino Covid, chi deve farla e chi no: domande e risposte, tutto quello che sappiamo finora
di Ettore Mautone
Sabato 19 Marzo 2022, 08:04 - Ultimo agg. 20 Marzo, 09:04
5 Minuti di Lettura

Torna d'attualità la quarta dose del vaccino anti-Covid. Ecco cosa sappiamo. 

Dove è autorizzata?

Il secondo richiamo booster è stato autorizzato in sei Paesi: Israele, che all'inizio di quest'anno ha fatto da apripista riservandola agli ultra 60enni e ai maggiorenni a rischio, negli Usa, Danimarca, Spagna, Germania solo per i pazienti fragili. L'Ungheria l'ha riservata a chiunque ne faccia richiesta. L'Italia è partita dal 1 marzo con gli immunodepressi (inseriti in una lista di 10 tipologie di pazienti) sulla scorta di un parere favorevole degli enti regolatori Ema (Ue) e l'italiana Aifa. Ma la quarta dose non sarà estesa a tutti: il ministro della Salute Roberto Speranza ha comunicato che è al vaglio del Comitato tecnico scientifico la possibilità di estenderla agli anziani e ai fragili per età e altre patologie croniche, mentre per tutta la popolazione generale non è per ora supportata da evidenze scientifiche. Nei prossimi giorni si deciderà se estenderla alle fasce di popolazione anziana.

A chi serve e perché?

In Italia i destinatari per ora sono gli immunodepressi, ossia i pazienti che per altre condizioni patologiche o terapie farmacologiche (trapiantati o in attesa di trapianti, dializzati, oncologici ecc.) hanno una ridotta risposta del sistema immunitario.

D'altro canto, per analogia, premesso che il sistema immunitario va incontro anch'esso, con l'età, a un progressivo invecchiamento, anche gli anziani sono candidati ad assumere un ulteriore booster in grado di tenere più alta la memoria immunitaria. Non è un caso che attualmente i ricoveri e i decessi per Covid siano registrati in questa categoria di persone.

La terza è sufficiente?

I giovani e gli adulti sani hanno una più robusta e durevole risposta immunitaria. Inoltre se vaccinati quasi mai, con le attuali varianti, dopo un'infezione vanno incontro a una malattia grave o tale da richiedere la ospedalizzazione. Vista la diffusività delle attuali varianti le persone a intensa vita sociale hanno un'alta possibilità di contagio che rinforza quella ottenuta con le tre dosi di vaccino. Per contro i vaccinati giovani e sani se contagiati vanno incontro a un'infezione asintomatica o a bassa intensità clinica. Tutte condizioni per cui il contagio stesso compete con ulteriori dosi di vaccino, nel garantire e rendere durevole l'immunità.

Quarta dose per tutti?

Oggi non è giustificata da un'evidenza scientifica e in nessun Paese al mondo si sta facendo. Tuttavia la casa farmaceutica Moderna ha chiesto giovedì scorso alla Food and Drug Administration, l'ente regolatore in Usa per i farmaci, di autorizzarla come richiamo per tutti gli adulti. Richiesta più ampia rispetto a quella avanzata da Pfizer all'inizio della settimana per tutti gli anziani. La decisione di allargare a tutti la quarta dose sarà assunta nei prossimi mesi sulla base di ulteriori evidenze scientifiche e all'andamento epidemiologico.

Meglio infettarsi?

Le prime tre dosi di vaccino sono sempre utili e necessarie. Anche le attuali varianti, come Omicron, che si configurano a minore letalità e intensità clinica, hanno assunto questo profilo anche in ragione del fatto che per la prima volta incontrano una popolazione quasi interamente vaccinata.

Quanto dura la copertura delle dosi?

La copertura vaccinale offerta con le terze dosi comincia ad essere meno protettiva dal quarto mese, dal contagio prima e dalla malattia sintomatica con il passare del tempo. La protezione negli adulti sani e nei giovani dalla malattia severa dura molto più a lungo. Anche i contagi, del resto, conferiscono un'immunità che, sebbene più durevole (un anno e più) è limitata e progressivamente si affievolisce nel tempo.

Chi sono i fragili?

Sono le persone che per età avanzata, malattie acute o croniche a prescindere dall'età e terapie a cui sono sottoposti sono più a rischio non solo di infettarsi ma anche di poter evolvere in una malattia clinicamente più significativa con possibilità di ricovero in ambiente ospedaliero. Per questo chi appartiene a queste categorie dovrebbe avviarsi alla vaccinazione per la quarta dose.

Con quale vaccino?

Il vaccino è sempre quello ad mRNA (Moderna o Pfizer). Alcuni studi stanno esplorando la possibilità di un vaccino eterologo (diverso dal precedente inoculato) come ulteriore stimolante.

Si farà ogni anno?

Questo aspetto è da valutare nel tempo. Se riusciremo a bloccare la continua diffusione del virus e di nuove varianti sarà sempre più facile controllare il virus fino al suo confinamento in piccoli focolai limitati.

L'aumento dei casi è dovuto al calo di efficacia? 

Gli anticorpi iniziano a calare circa quattro mesi dopo la terza dose ma la memoria immunitaria e i linfociti, in particolare quelli presenti nei tessuti, continuano a proteggerci dalla progressione dell'infezione verso le forme gravi. La priorità resta proteggere gli anziani e le persone fragili non solo col vaccino, terze e quarte dosi, ma anche con un filtro alle interazioni sociali. Per tutti vale la linea guida di indossare sempre le mascherine in luoghi affollati e al chiuso, in particolare al cospetto di anziani e di malati. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA