Quarta dose vaccino anti-Covid in Italia, via libera dell'Aifa per gli immunodepressi

Quarta dose vaccino anti-Covid in Italia, via libera dell'Aifa per gli immunodepressi
Quarta dose vaccino anti-Covid in Italia, via libera dell'Aifa per gli immunodepressi
Sabato 19 Febbraio 2022, 12:15 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 17:23
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In Italia gli immunodepressi, una platea di circa tre milioni, potranno ricevere una quarta dose di vaccino anti-Covid. Il via libera dell'Agenzia italiana del farmaco arriva proprio mentre l'Istituto superiore di sanità ribadisce una volta di più l'importanza delle vaccinazioni: i non-immunizzati finiscono in ospedale 9 volte di più di chi ha ricevuto tre iniezioni, e il booster protegge in oltre sei casi su dieci dall'infezione e quasi completamente contro la malattia in forma grave. Un quadro che, assieme al calo nelle ultime due settimane di positivi e ricoverati ordinari e in intensiva, fa dire al ministro della Salute Roberto Speranza che «finalmente la curva del contagio si piega dal lato giusto». Un messaggio di «fiducia per le prossime settimane» - sempre parole del ministro - che però, sul versante delle decisioni politiche, tiene acceso il dibattito tra i 'falchì e le 'colombè del Green pass all'avvicinarsi del 31 marzo, data di scadenza dello stato d'emergenza. Intanto la mappa a colori dell'Italia, da lunedì, cambierà ancora: tutta la Penisola sarà gialla, tranne Umbria e Basilicata (bianche) e Friuli-Venezia Giulia (arancione). Nel frattempo gli esperti dell'Aifa hanno comunicato al ministero l'assenso a una quarta vaccinazione per i gravemente immunodepressi, sebbene sia improprio parlare di 'quarta dosè.

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Via libera alla quarta dose di vaccino

Tecnicamente, si tratta di un booster a conclusione del ciclo primario (2 dosi + 1 aggiuntiva); per la 'quartà si useranno vaccini a mRna, con le tempistiche standard.

Che i vaccini siano decisivi lo certifica anche il report esteso dell'Iss: per i non vaccinati il tasso di ricovero è 9 volte maggiore rispetto ai 'boosterizzatì e il tasso di mortalità è 19 volte più alto. Inoltre l'efficacia del vaccino in termini di riduzione del rischio, tra non vaccinati e tri-vaccinati, è del 64% nella prevenzione dell'infezione e del 93% per la malattia severa. I dati del bollettino giornaliero riportano 50.534 nuovi contagi contro i 53.662 di ieri e 252 vittime (ieri erano state 314). Sono 492.045 i tamponi, con un tasso di positività al 10,2% (ieri 10,5%); 953 i pazienti in intensiva, 34 in meno. Gli ingressi giornalieri sono 76. I ricoverati 'ordinarì sono 13.387, -561 rispetto a ieri. Tutti numeri che alla vigilia della Giornata nazionale del personale sanitario (il 20 febbraio venne scoperto il 'paziente 1' di Codogno) fanno sperare. «La nostra comunità nazionale è stata all'altezza della sfida - ha detto il ministro Speranza - I vaccini e i richiami corrono molto velocemente». A ritmi però non elevati com'erano solo un mese fa, quando si raggiunse il picco di 4,6 milioni di somministrazioni tra il 10 e il 16 gennaio: tra il 7 e il 13 febbraio sono state 1,6 milioni. Segno, comunque, che la campagna ha oramai raggiunto la gran parte degli italiani. È tempo dunque di un taglio alle restrizioni? Lo pensano soprattutto Lega e FdI, e la stessa ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini ha affermato che «si va verso un alleggerimento delle regole». Matteo Salvini aveva messo in chiaro che, per lui, «il 31 marzo lo stato di emergenza scade e non si deve rinnovare» e dunque deve decadere tutto ciò che ne consegue anche in termini di Green pass. 

La parte più prudente del governo vorrebbe invece prorogarne l'uso almeno fino al 15 giugno, cioè alla scadenza dell'obbligo di vaccinazione per gli over-50. Non è escluso che si trovi un compromesso allentando progressivamente le misure, in particolare l'uso della mascherina, in ragione del livello di rischio: prima le attività all'aperto e poi quelle al chiuso. Rispetto ai trasporti, invece, una ipotesi è che su quelli a lunga percorrenza resti necessario il 'rafforzatò, mentre sui mezzi locali possa bastare il base, già introdotto anche per gli spostamenti da e verso le isole. Intanto la road map indica dal 1 marzo l'aumento della capienza negli stadi e nei palazzetti (rispettivamente al 75% e 60%) e dal 10 marzo il ritorno degli snack al cinema e negli impianti sportivi e le visite ai familiari ricoverati per 45 minuti al giorno.

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