Rene trapiantato su pancreas salva un bimbo di 4 anni a Torino

Rene trapiantato su pancreas salva un bimbo di 4 anni a Torino
Rene trapiantato su pancreas salva un bimbo di 4 anni a Torino
Mercoledì 11 Agosto 2021, 10:37 - Ultimo agg. 12 Agosto, 13:18
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Può tornare alla sua vita un bimbo di 4 anni, grazie a un importante intervento che gli ha salvato la vita. Un rene trapiantato sul pancreas per salvare un bimbo di 4 anni. Alla Città della Salute di Torino hanno fatto ricorso a una tecnica «mai utilizzata prima», spiegano dalla struttura, per curare un piccolo paziente già trapiantato di fegato e in una situazione molto critica. Oggi il piccolo sta bene, è stato sottoposto a un «ri-trapianto di rene collegato al pancreas» e nel suo futuro adesso potrà esserci spazio per la quotidianità tipica di un bimbo della sua età, prima impossibile: potrà andare alla scuola materna, giocare con i coetanei. Il bambino, di origine marocchina, era arrivato al Pronto soccorso dell'ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino a 2 mesi di vita per vomito persistente e si era scoperta in quell'occasione un'insufficienza renale terminale. Da quel momento non ha più lasciato l'ospedale. I reni erano completamente pietrificati a causa di una rara e grave malattia genetica, la iperossaluria primitiva, che nelle forme più gravi porta a calcificazione renale in poche settimane di vita. Il trattamento di questa malattia è consistito nella dialisi per 5 ore tutti i giorni per evitare che i depositi massivi di ossalato di calcio distruggessero anche gli occhi, le ossa e tutto il corpo, in attesa di un trapianto combinato di fegato (che è la sede del difetto congenito dell'enzima necessario per depurare l'ossalato dall'organismo) e di rene.

A seguire il paziente passo passo in ospedale nel suo percorso dalla nascita Licia Peruzzi, responsabile clinico trapianto renale pediatrico della Nefrologia pediatrica del Regina Margherita, diretta da Bruno Gianoglio.

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Il trapianto di fegato-rene è avvenuto a 15 mesi di vita, ma, nonostante un trattamento depurativo intensivo ed il ripristino della funzione enzimatica, il rilascio in circolo di grosse quantità di ossalato di calcio dai depositi tessutali nei quali si era accumulato ha danneggiato irrimediabilmente il rene trapiantato e reso necessario riprendere la dialisi quotidiana, determinando grosse difficoltà di crescita e di alimentazione, che hanno reso impossibile al bambino anche solo andare a giocare al parco o vedere altri bambini. La situazione clinica si era progressivamente complicata per la trombosi delle vene iliache e della vena cava, che vengono normalmente utilizzate per eseguire un nuovo trapianto di rene, rendendo così impossibile un approccio chirurgico tradizionale. Attraverso un approfondito studio vascolare si era evidenziato che l'unica via possibile sarebbe stata quella di utilizzare la vena della milza nel suo decorso dentro il pancreas in direzione del fegato, strada mai percorsa finora al mondo in un paziente portatore di trapianto epatico

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