Hiv, arriva la terapia a lunga durata con un’iniezione intramuscolare

Hiv, arriva la terapia a lunga durata con un’iniezione intramuscolare
Giovedì 7 Ottobre 2021, 19:14 - Ultimo agg. 20:08
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Era il 1981 quando faceva la sua comparsa in letteratura scientifica una sindrome che da lì a poco sarebbe esplosa e conosciuta a livello mondiale come Aids, soprannominata “la peste del 2000” perché all’epoca non lasciava scampo. Dopo circa 40 anni e circa 40 milioni di vittime, oggi l’infezione da Hiv si può trattare anche con una terapia a base di due farmaci da assumere in un’unica compressa. E presto basterà un’iniezione intramuscolare ogni due mesi che migliorerà ulteriormente la condizione dei pazienti sieropositivi. Lo affermano i massimi esperti riuniti in occasione del V Workshop Hot Topics in Infettivologia organizzato e promosso dall’Ospedale Cotugno con il patrocinio della Simit (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) che si svolgerà a Napoli all’Hotel Royal Continental il 7 e l’8 ottobre.

I vertici del Cotugno, eccellenza mondiale nell’infettivologia lanciano anche un appello ai pazienti perché tornino a curarsi. «Noi non ci siamo mai fermati con le altre patologie infettive – afferma Rodolfo Punzi, direttore Dipartimento Malattie infettive e Urgenze Infettivologiche. «Il Covid ha reso necessaria una completa riorganizzazione delle risorse economiche ed umane; basti pensare che solo in Italia abbiamo avuto 4 milioni di casi e 120.000 decessi. Ma non abbiamo mai abbandonato le malattie infettive per le quali il nostro ospedale è da sempre un importante punto di riferimento. Nonostante l'Hiv non abbia più l’aspetto terrorizzante di 40 anni fa, continua a mietere vittime; inoltre il Covid ha allontanato i pazienti sieropositivi che per paura del contagio si sono aggravati. Ora dobbiamo “recuperarli”, anche perché oggi i pazienti sieropositivi sono più anziani e spesso sono affetti da patologie legate all’età come quelle oncologiche, cardiovascolari, metaboliche».

Grazie alle terapie sempre più avanzate la tendenza oggi è anche quella di diminuire sempre più l’impatto farmacologico sul paziente, come afferma Elio Manzillo, direttore Unità Immunodeficienze e malattie dell’immigrazione: «Oggi disponiamo di ulteriori opzioni terapeutiche come la terapia a due farmaci o “dual combination” che non sostituisce quella a tre farmaci: l’efficacia infatti è la stessa, ma i principi attivi sono due. I pazienti sono selezionati in base alla possibilità effettiva di assegnare loro una terapia a due farmaci e lì dove è possibile siamo ben lieti di ridurre il carico farmacologico che impattano sull’organismo». Proprio per l’altissima specializzazione, il Cotugno offre una serie di servizi completi al paziente: «Al di là degli ambulatori cinque giorni alla settimana, - conferma Vincenzo Esposito, direttore Unità Immunodeficienze e malattie infettive di genere - abbiamo anche l’ambulatorio dedicato allo screening gratuito ed anonimo per l’Hiv che si può effettuare tre volte alla settimana. Il laboratorio di microbiologia funziona ininterrottamente 24 ore al giorno e diamo risposte immediate anche alle richieste provenienti da altre strutture regionali».

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