Scuole, sos presidi: lunedì 10% personale assente. Zaia: «Si esprima Cts o qui sarà una calvario»

Scuole, sos presidi: lunedì 10% personale assente. Zaia: «Si esprima Cts o qui calvario»
Scuole, sos presidi: lunedì 10% personale assente. Zaia: «Si esprima Cts o qui calvario»
Sabato 8 Gennaio 2022, 16:27 - Ultimo agg. 10 Gennaio, 07:21
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Sale la tensione in vista della riapertura delle scuole. I presidi annunciano già che ci saranno assenze lunedì 10 gennaio: 100.000 dipendenti ammalati o in quarantena. Si tratta del 10% di tutto il personale. «Stimiamo che lunedì potrebbero essere assenti 100.000 dipendenti della scuola su un milione - tra docenti e personale Ata - ovvero un 10% del totale, per le più svariate questioni legate a Covid, quarantene, vaccini eccetera», dice interpellato dall'ANSA il presidente dell'associazione nazionale presidi Antonello Giannelli precisando «che per ovvi motivi si tratta di numeri stimati approssimativamente e che saranno verificati una volta aperte le scuole».

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Se Vincenzo De Luca in Campania ha scelto di rinviare l'apertura delle scuole, contro il governo che ha promesso di impugnare l'ordinanza, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia chiede che si esprima sulla questione scuola il Comitato tecnico scientifico: «Sulla scuola penso sia fondamentale l'autorevole espressione scientifica del Cts, che stiamo ancora attendendo, dopo che su mia iniziativa questa richiesta è stata presentata in Conferenza Regioni e portata al Governo». Secondo Zaia, di fronte «all'importante ondata del contagio» e al dibattito conseguente sulla riapertura o meno «abbiamo davanti uno scenario che sarà un calvario per la scuola, tra insegnanti colpiti dal Covid, altri assenti per malattia, altri ancora no vax e nuove regole della Dad. Insomma quella della scuola rischia d'essere una falsa apertura». 

«Di certo - aggiunge il presidente del Veneto - non avremo le scuole piene». E siccome, in linea di principio, riflette Zaia, «le Regioni potrebbero attivare ordinanze in qualsiasi momento, e dall'altro, come sta accadendo, il Governo impugnarle, penso sia quanto mai fondamentale una espressione autorevole dal punto scientifico sul tema scuola del Cts, che inspiegabilmente ancora non si è espresso». «Auspico che ciò avvenga quanto prima - conclude - perchè lunedì 10, in linea teorica, si dovrebbero aprire le scuole».

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Il governo va avanti: è arrivata la circolare operativa

Il Ministero dell'Istruzione intanto ha inviato alle scuole una nota operativa con le indicazioni per l'applicazione delle nuove misure per la gestione dei casi di positività contenute nel decreto legge approvato lo scorso 5 gennaio in Consiglio dei Ministri. «Quando si registrano due casi di positività in una stessa classe - si legge in una nota del Ministero - i requisiti per poter frequentare in presenza, durante il regime di auto-sorveglianza, devono essere dimostrati dall'alunno interessato alla scuola di appartenenza». «La norma di legge, dunque, in questo specifico caso autorizza le scuole a prendere visione della situazione vaccinale degli studenti, senza che ciò comporti una violazione della privacy».

Prima dell'invio, questa mattina, il Ministero ha convocato una riunione per illustrare le misure e la nota stessa alle Organizzazioni sindacali. La circolare ripercorre quanto previsto dal decreto legge per la gestione dei casi di positività fra gli alunni ma anche quanto previsto per il personale scolastico, interno ed esterno, in base alle recenti disposizioni del Ministero della Salute, in particolare quelle del 30 dicembre scorso. 

La nota approfondisce alcuni aspetti che sono stati oggetto di quesiti dopo l'approvazione del decreto legge. In particolare, nel documento si specifica che, nella scuola secondaria di I e II grado, quando si registrano due casi di positività in una stessa classe i requisiti per poter frequentare in presenza, durante il regime di auto-sorveglianza, devono essere dimostrati dall'alunno interessato alla scuola di appartenenza. Il decreto prevede, infatti, che, con due casi di positività nella stessa classe, coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale primario, che sono guariti da meno di 120 giorni, che hanno fatto la dose di richiamo, possono frequentare in presenza, in regime di auto-sorveglianza. 

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«È emersa la chiara necessità di disporre ulteriori strategie operative finalizzate a massimizzare le attività di tracciamento e testing dei contatti in ambito scolastico». Lo scrive in un documento ricevuto dai presidi e firmato dal commissario Francesco Paolo Figliuolo. Che parla del «maggior coinvolgimento attivo delle risorse sanitarie già presenti sul territorio come i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale a supporto delle attività dei dipartimenti di Igiene e Sanità pubblica» delle Asl. «L'impiego di queste risorse» potrà «contribuire a preservare quanto più possibile le attività didattiche in presenza».

Il ricorso contro l'ordinanza di De Luca

L'ordinanza che obbliga alla Dad in Campania è giustificata da «circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all'insorgenza di focolai e al rischio estremamente elevato di diffusione del virus Covid o di sue varianti nella popolazione scolastica». E la misura di far slittare il rientro in presenza è assolutamente legittima per la Regione che spiega come «il decreto legge 6 agosto 2021 consenta anche nelle Regioni che non si trovino in zona rossa, eccezioni allo svolgimento in presenza delle attività educative e scolastiche». Il provvedimento, come abbiamo visto, sarà impugnato dal governo mentre il Tar della Campania ha chiesto oggi alla Regione di presentare ulteriori documenti per poter decidere sul ricorso presentato da alcuni genitori: l'integrazione dovrà essere fornita ai giudici amministrativi entro le 11 di lunedì. De Luca tira dritto e spiega nella sua corposa ordinanza che la misura è stata presa per «scongiurare il collasso del sistema sanitario regionale, fortemente sotto pressione» perchè «nelle ultime due settimane i contagi sono aumentati considerevolmente nella fascia 0-44 anni e la circolazione del virus nei giovani è ormai estremamente ampia». Il governatore sottolinea che in Campania «la variante Omicron è estremamente diffusa, in misura nettamente superiore alla media nazionale».

In particolare «nel numero di soggetti attualmente positivi nella fascia d'età 0-19 anni si registra un incremento pari a circa il 30% rispetto alle scorse settimane. Si evidenzia inoltre un significativo aumento dei ricoveri nella fascia pediatrica con età inferiore ai 10 anni, il cui numero è raddoppiato in 10 giorni: notevole accesso (circa 70 al giorno al pronto soccorso dell'ospedale pediatrico Santobono) di bambini positivi al covid». E la vaccinazione va lenta: solo a Napoli città sono 7.124 i vaccinati dai 5 agli 11 anni e 51.022 su 83.310 residenti dai 12 ai 19 anni che hanno fatto almeno prima dose. Lo stop alle scuole si sposa con una completa riorganizzazione sanitaria fatta in questi giorni con il ritorno del Loreto Mare a ospedale covid dal 5 gennaio, mentre dal 13 gennaio torna per il covid anche il San Giovanni Bosco, solo a Napoli. La Campania ha anche disposto la sospensione, da lunedì 10 gennaio dei ricoveri programmati sia medici che chirurgici nelle strutture sanitarie pubbliche, stabilendo la possibilità di effettuare solo ricoveri con carattere d'urgenza.

Intanto molti genitori sono i campo con oltre 23 mila firme per dire no al rinvio della campanella nelle scuole della Campania sono state raccolte in poche ore attraverso una petizione online dai comitati No Dad. Genitori che sono subito scesi sul piede di guerra quando De Luca aveva annunciato il rinvio di riapertura, una decisione che l'assessore regionale all'Istruzione, L'assessore regionale Lucia Fortini, difende l'ordinanza: «Oggi è inimmaginabile tornare in presenza a scuola, ci vuole la Dad. Il provvedimento è proprio per mettere un freno all'impennata, noi non siamo contro la scuola, ma facciamo scelte sapendo le conseguenze. Anche altri governatori erano sulla lunghezza d'onda di De Luca ma non lo hanno fatto, la difesa della sua idea merita a De Luca il rispetto di tutti».

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