Sanità, la Campania lancia
la rete ​regionale dell'Oncofertilità

Sanità, la Campania lancia la rete regionale dell'Oncofertilità
Mercoledì 20 Marzo 2019, 14:59
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«Abbiamo realizzato una rete per la tutela della fertilità di donne e uomini che hanno problemi oncologici legati all'apparato genitale, e che fino a ieri non potevano avere la garanzia di fertilità dopo i trattamenti di chemioterapia e radioterapia». Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha illustrato la nascita della Rete Regionale dell'Oncofertilità.

La rete coinvolge la Federico II di Napoli e l'azienda Ospedaliera Giuseppe Moscati di Avellino. Il centro medico universitario partenopeo è competente per le province di Napoli e Caserta, mentre il Moscati si occupa delle aree di Avellino, Salerno e Benevento. La Rete è realizzata in collaborazione con l'istituto superiore di Sanità e con il Centro Nazionale Trapianti e si dedica alla preservazione della fertilità in malati oncologici attraverso un percorso che parte da una visita andrologica o ginecologica e, attraverso successivi step, arriva fino alla raccolta di liquido seminale per uomo e di prelievo ovociti o di tessuto ovarico per il successivo congelamento e crioconservazione.

«Con questa rete - ha spiegato De Luca - consentiamo la crioconservazione di gameti femminili e maschili, di spermatozoi e ovociti in maniera tale che una persona che ha subito un trattamento anche pesante può avere dei bambini. È una scelta di grande civiltà che riguarda migliaia di persone che hanno questo problema e si aggiunge a un'altra decisione assunta qualche settimana fa, la rete per la procreazione medicalmente assistita, che colloca la Campania all'avanguardia in Italia. Per la crioconservazione dei gameti abbiamo realizzato due hub, uno alla Federico II a Napoli uno al Moscati di Avellino, due centri di eccellenza. Siamo orgogliosi, da questo punto di vista la Campania è la prima regione in Italia».

Dai dati della Regione Campania emerge che sul tema sono state già effettuate 3.600 visite di consulenza ai pazienti, con la realizzazione per 2.800 cittadini di una protezione farmacologica delle ovaie prima della chemio-radioterapia. Finora sono 221 le donne sottoposte a crioconservazione degli ovociti, 1.610 gli uomini che hanno congelato il liquido seminale e 32 le donne in cui è stato effettuato un congelamento del tessuto ovarico. Attualmente sono 14 le gravidanze portate a termine dopo i trattamenti oncologici.
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