Sanità, dalla Ragioneria del Tesoro assist a De Luca: no al commissario in Campania

Sanità, dalla Ragioneria del Tesoro assist a De Luca: no al commissario in Campania
di Francesco Pacifico
Martedì 7 Maggio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 21:11
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Sulla sua strada Vincenzo De Luca ha incontrato un alleato inaspettato per evitare lo sbarco, al suo posto in Campania, di un nuovo commissario alla Sanità: il Ragioniere dello stato uscente, Daniele Franco. Infatti, durante una riunione tecnica al ministero dell'Economia, Franco - a lasciare il suo incarico e prossimo a ritornare in Banca d'Italia dove lo aspetta un posto di vicedirettore generale - avrebbe spiegato al titolare del dicastero, Giovanni Tria, che non ci sono spazi per il governo di nominare un nuovo commissario come invece chiede la responsabile della Salute, Giulia Grillo. «La Regione ha spiegato - grazie agli interventi fatti negli ultimi anni, ha migliorato sia la gestione finanziaria sia la qualità delle prestazioni erogate». Di conseguenza, «ci sarebbero più le condizioni per tornare alla gestione ordinaria».
 
Da mesi il Mef e la Salute stanno litigando sulla gestione della sanità campana. Con un emendamento al decreto Genova ispirato dai Cinquestelle, è stata introdotta l'incompatibilità tra il ruolo di governatore e quello di commissario alla sanità. Forte di questa legge Grillo ha attivato tutte le procedure per indicare al Mef il nome del nuovo rappresentante del governo in Campania, cioè Enrico Desideri, ex manager dell'Asl di Arezzo.

De Luca si è sempre opposto a questa decisione, tanto da diffidare il premier Giuseppe Conte dal firmare il decreto di nomina del nuovo commissario, minacciando un ricorso al Tar. Il governatore ripete che il sistema regionale, dopo un lungo piano di rientro, sta ritornando, sia sul fronte finanziaria sia su quello finanziario, ai livelli di sostenibilità previsti dalla legge. Convincendo al Mef anche il viceministro Massimo Garavaglia, che ha la delega ai rapporti con le Regioni.

Grillo e De Luca danno una valutazione diversa sulla qualità della sanità in Campania. Un mese fa, all'ultimo tavolo tecnico di monitoraggio sulla spesa gestito collegialmente dai ministeri dell'Economia e della Salute, i tecnici del governo hanno riconosciuto a Palazzo Santa Lucia di aver rimesso a posto i conti (l'avanzo di amministrazione è di 30 milioni di euro), ma hanno pure sentenziato che gli indicatori sul rispetto dei Lea (i livelli essenziali di assistenza, quindi sulla qualità delle prestazioni) sarebbero sotto la quota minima di 160 punti, per la precisione a 153. Dal canto loro gli uomini di De Luca inviati in quel consesso, hanno replicato che dalle loro valutazioni nel primo trimestre l'indice dei Lea sarebbe salito a quota 164 punti e che a luglio - quando ci sarà la prossima riunione del tavolo - si arriverà a quota 170 punti. Un'autocertificazione che ha spinto Garaviglia a rinviare l'ultima parola sulla sanità campana proprio a luglio.

Grillo non vuole indietreggiare, vuoi perché convinta che la legge in vigore le dia ragione, vuoi perché sarebbe oggetto di pressioni per nominare un nuovo commissario che gli arriverebbero sia dal vicepremier Luigi Di Maio sia dalla capogruppo grillina alla regione Campania, Valeria Ciarambino. Ieri il ministro, incontrando in viale Trastevere la dirigente responsabile del tavolo di monitoraggio Angela Adduce, avrebbe chiesto nuovi chiarimenti sulle intenzioni del Mef.

Da Palazzo Santa Lucia, invece, De Luca va avanti sulla strada: aspetta che entro il mese di maggio il ministero della Salute per il piano di edilizia sanitaria che, sommando gli arretrati, vale circa 1,7 miliardi di euro. In più si fa forte dell'appoggio dei suoi colleghi governatori: fa sapere che se venisse nominato un nuovo commissario in Campania, nessun presidente di Regione firmerebbe il nuovo Patto per la Salute, al quale Grillo tiene molto.

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