Trasporti e mobilità, anche in vista delle festività natalizie, sono il terreno di sfida per rallentare la pandemia. Ora il governo punta su un rafforzamento dei controlli alle frontiere e sui mezzi di trasporto pubblico. Anche se saranno comunque a campione, per non paralizzare il sistema. E si lavora anche sull'introduzione di un e-ticket (biglietto elettronico) che già contenga l'informazione basilare: dirà se il titolare ha il Green pass, se è di tipo normale (dunque anche con test antigenico) o rafforzato (solo con vaccino o superamento della infezione). Va tenuto conto che con il decreto che diventerà operativo il 6 dicembre, in zona arancione gli spostamenti da una Regione con alta circolazione del virus saranno consentiti solo a coloro che hanno il Super green pass. Ma il progetto, su cui si sta lavorando, è di fare dialogare i sistemi e di avere un biglietto elettronico per tutti i mezzi - metro, bus, treni regionali, alta velocità, aerei - che contenga, sia pure nel rispetto della privacy, i dati del Green pass. Lo ha anticipato ieri il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini: «È allo studio il passaggio al biglietto elettronico che contenga informazioni sul possesso del Green pass. Si tratta di un'occasione per un salto di qualità implementando e-ticket e trasformare crisi in opportunità».
Sia chiaro: non è una cosa che succede domani, ma dal punto di vista tecnologico non è così difficile applicare questa innovazione anche perché la diffusione dei biglietti elettronici, rispetto al passato, è sempre più vasta e ognuno di noi, prendendo l'aereo o il treno dell'alta velocità, si è abituato a usare il Qr-code memorizzato nello smartphone, senza ricorrere al classico ticket di carta (che si tende a scoraggiare proprio per ridurre le occasioni di contatto e non favorire la trasmissione del virus).
Le frontiere
L'altro fronte caldo è quello dei confini, dei viaggi all'estero e di chi arriva nel nostro Paese.
Standard elevati
Replica Speranza, distinguendo gli arrivi da Paesi extra Ue da quelli all'interno dell'Unione: «Abbiamo avuto standard più elevati nelle regole di ingresso per gli arrivi da Paesi extra Ue, per molti c'è la quarantena, per gli altri c'è il Green pass. Credo che le regole ci siano e sono improntate ad un principio di prudenza che ci ha sempre guidato, testimoniato dai numeri del contagio. Sarà importante far rispettare pienamente le regole che ci siamo dati e voglio rassicurare che il lavoro del governo dovrà muoversi per rinforzare i controlli, non solo negli aeroporti, ma anche in altre modalità di arrivo. Come nella zona tra la Slovenia e il Friuli-Venezia Giulia: lavoreremo in quell'area come in altre per rafforzare controlli a campione dentro i confini che hanno una porosità di relazioni tra comunità spesso molto connesse tra loro». Al momento però c'è una marcata differenza tra ciò che dicono sulla carta le regole e l'esperienza quotidiana, nella pratica, di chi sbarca in un aeroporto italiano e davvero spesso incontra zero controlli.