Per i pazienti con emofilia l'importanza della telemedicina, era emersa prima ancora della pandemia, ma l'emergenza sanitaria ha evidenziato e accentuato questa necessità. Nasce anche per questo Remote, un progetto di telemedicina nell'ambito delle malattie emorragiche congenite (Mec) e in particolare dell'emofilia, sviluppato da Csl Behring e Altems-Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, in collaborazione con alcuni centri per il trattamento di questa patologia e le associazioni di pazienti.
«Il particolare periodo storico che stiamo vivendo - ha evidenziato Americo Cicchetti, direttore di Altems - ha certamente dimostrato la validità della telemedicina che risulta essere uno strumento sicuro di cura e assistenza anche per i pazienti fragili e cronici come i malati rari».
Tra i centri emofilia attualmente coinvolti da Remote due, finora, hanno portato a compimento il progetto: l'Uoc di Medicina interna, Malattie emorragiche e trombotiche - Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli e la Sodc Malattie emorragiche e della coagulazione - Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze.
I primi dati raccolti dalla Aou Federico II ed elaborati da Altems sono positivi. Lo scorso luglio, periodo sperimentale in cui sono state eseguite 6 televisite, l'85% dei pazienti emofilici ha espresso un gradimento molto alto per la prestazione.
Discorso simile per l'Aou Careggi: secondo i primi dati risalenti al periodo settembre-novembre, durante il quale sono state effettuate 3 televisite, i pazienti hanno dichiarato il massimo gradimento del servizio.
Altems nel 2020 ha analizzato inoltre 1.633 prestazioni di telemedicina eseguite in tutta Italia in cui sono state coinvolte più di 500 persone. Sono ricorsi alla televisita soprattutto i pazienti dei reparti di Oncologia, Neurologia e Neuropsichiatria infantile. Il livello di gradimento è stato generalmente molto alto.
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