Terza dose, dopo quanto è efficace e perché bisogna farla subito per difendersi da Omicron

Terza dose, dopo quanto fa effetto e perché bisogna farla subito per difendersi dalla variante Omicron
Terza dose, dopo quanto fa effetto e perché bisogna farla subito per difendersi dalla variante Omicron
di Graziella Melina
Venerdì 17 Dicembre 2021, 07:35 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 07:50
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Per chi ha intenzione di spostarsi per le vacanze di Natale e vuole proteggersi dal rischio di contagiarsi e poi di ritrovarsi ammalato di Covid proprio durante le feste, è bene che programmi al più presto la terza dose del vaccino. Secondo gli esperti, infatti, dopo l’inoculazione del farmaco anticovid servono un po’ di giorni perché il vaccino riesca a stimolare una completa risposta immunitaria.

Booster, i tempi per l'efficacia

«La terza dose raggiunge il massimo dell’efficacia nel giro di 10 giorni-due settimane - spiega Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) - Il titolo anticorpale, invece, cresce molto rapidamente. Quindi già a partire da due - tre giorni dopo aver effettuato la vaccinazione, il titolo anticorpale a inizia a dimostrare una buona salita. Il massimo però lo raggiunge dopo 10-14 giorni». Nulla cambia, dunque, rispetto alla prima e alla seconda dose, a prescindere dal tipo di vaccino ricevuto. «Più o meno è la stessa reazione - ribadisce Andreoni - La terza dose produce una risposta un po’ più rapida nella fase iniziale, il titolo anticorpale inizia infatti a salire dopo 3-4 giorni».

La risposta del sistema immunitario dipende in linea di massima dallo stato di salute e anche dall’età del soggetto. «Gli anziani - rimarca Andreoni - rispondono un po’ meno alla inoculazione del vaccino, ma non è questione di tempo. Il punto è che non raggiungono il livello che riescono ad ottenere i giovani. Però l’inizio della risposta ce l’hanno lo stesso e con la stessa tempistica di tutti gli altri soggetti».

 

Argine per la variante Omicron

La vaccinazione, dunque, è bene effettuarla appena possibile, per evitare tra l’altro che la variante Omicron aumenti la sua corsa. «In termini di risposta, con la terza dose la protezione la vediamo in assoluto a prescindere dalla variante - aggiunge l’infettivologo - Poi, ai fini dell’efficacia, ovviamente il problema è che con la variante Omicron si può avere una protezione leggermente ridotta. Con Pfizer sappiamo che è intorno al 70-75 per cento, quindi non c’è quella efficacia del 95 per cento che vedevamo con la variante Delta e con l’Alpha. L’efficacia, anche con la variante Omicron, è comunque al massimo del suo livello dopo 14 giorni».

Il farmaco anticovid ha dunque bisogno di tempo prima di proteggere il soggetto dai rischi del SarsCov2. E questo vale anche se per la terza dose si sceglie un vaccino diverso rispetto alle prime due, o alla prima nel caso del monodose Johnson and Johnson. «Si è visto che in linea di massima la cosiddetta eterologa tende a dare una maggiore risposta - precisa Andreoni - però non per questo la consiglierei a tutti. Cambiare tipo di vaccino comporta il difetto che si possono avere effetti collaterali nuovi. Invece, con l’omologa questo non succede. In sostanza, si rischia di più di avere effetti collaterali nuovi quando per la terza dose si riceve un vaccino diverso da quello somministrato nella profilassi precedente. È invece difficile che ci siano nuovi effetti, quando si fa una dose di richiamo con lo stesso vaccino». È bene quindi programmare la terza dose molto prima di partire per le vacanze di Natale. Come raccomanda il ministero della Salute, tutti gli over 18 possono ricevere la terza inoculazione dopo 5 mesi dall’ultima somministrazione. La stessa tempistica deve essere rispettata dai guariti dal covid, che potranno così proteggersi con il vaccino dopo 5 mesi dalla guarigione.

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