La terza dose del vaccino anti-Covid sarà somministrata a 5 mesi dalla seconda e non più dopo 180 giorni. L’annuncio era nell’aria da tempo ma solo ieri, a poche ore dall’inizio della campagna di richiamo anche per i 40-59enni, è arrivata l’ufficialità.
Ad anticiparlo, nel corso dell’incontro tra le Regioni e il governo tenuto nel tardo pomeriggio, è stato il ministro Roberto Speranza che ha anche rimarcato come risulti fondamentale accelerare con le inoculazioni di richiamo in una fase di recrudescenza pandemica come quella attuale.
A riunione finita è poi arrivato anche il parere richiesto all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) in cui si specifica che l’anticipazione della dose booster è stata adottata in «un’ottica di massima precauzione».
Anche perché è attesa entro questo fine settimana l’approvazione dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) anche per le somministrazioni ai bambini tra i 5 e gli 11 anni. Un intervento tanto determinante (l’incidenza nella fascia di età 0-9 è 129 ogni 100mila abitanti, più di qualsiasi altro) quanto di “peso”. Nel senso che questo via libera sbloccherebbe altri 4 milioni di potenziali vaccinandi.
Inoltre, tornando alla terza dose, sale anche già il pressing per renderla disponibile a tutte le altre fasce di età. «Oggi siamo soddisfatti per questa apertura sull’anticipazione che auspichiamo sia senza vincoli di età - spiega l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato - Ora bisogna correre».