La combinazione di immunoterapie migliora la sopravvivenza rispetto a vari tipi di tumore. Il 48% dei pazienti con tumore del rene trattati in prima linea con la combinazione di molecole immunoterapiche nivolumab e ipilimumab è vivo a 5 anni. Un risultato importante per questi pazienti. E nel mesotelioma, il 23% è vivo a 3 anni, sempre grazie a questo approccio in pazienti mai trattati prima. Anche in questo caso si tratta di un risultato che gli oncologi definiscono «unico». I dati derivano dagli studi CheckMate -214 e CheckMate -743, presentati al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) e approfonditi oggi in un press briefing virtuale promosso da Bristol Myers Squibb.
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Tumore al rene, in Italia 13.500 nuovi casi
Nel 2020, in Italia, sono stati stimati 13.500 nuovi casi di tumore del rene e più di 144mila persone vivono dopo la diagnosi.
Lo studio di fase 3
Lo studio di fase 3 CheckMate -214 ha coinvolto 1.096 pazienti. La combinazione di immunoterapia migliora e allunga dunque nettamente la speranza di vita a lungo termine per questi pazienti». La combinazione ha inoltre evidenziato miglioramenti nella sopravvivenza globale in sei studi di fase 3 relativi a 5 diversi tumori: oltre al carcinoma a cellule renali, il tumore del polmone non a piccole cellule, il melanoma, il cancro dell'esofago a cellule squamose e il mesotelioma pleurico.
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