Tumori, boom nel 2022: allarme sugli stili di vita. Dal fumo all'obesità, tutti i fattori di rischio

Il tumore più frequentemente diagnosticato nel 2022 è il carcinoma della mammella

Tumori, boom nel 2022: allarme sugli stili di vita. Dal fumo all'obesità, tutti i fattori di rischio
Tumori, boom nel 2022: allarme sugli stili di vita. Dal fumo all'obesità, tutti i fattori di rischio
Lunedì 19 Dicembre 2022, 22:39 - Ultimo agg. 21 Dicembre, 09:09
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Aumentano le diagnosi di tumore in Italia rispetto al 2020 e il peso della pandemia si fa sentire. Nel 2022 sono infatti stimati 390.700 nuovi casi, 14.100 in più in 2 anni. E se nella fase post-pandemica, sono ripresi gli screening di prevenzione, sono però gli stili di vita scorretti a destare preoccupazione. Come il sovrappeso, che riguarda il 33% degli adulti, l'obesità, il 10%, ma anche la sedentarietà, che raggiunge il picco del 31%, e il fumo, un'abitudine per il 24%. Emerge dal volume 'I numeri del cancro in Italia 2022'. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2022, è il carcinoma della mammella (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), seguito dal colon-retto (48.100, +1,5% negli uomini e +1,6% nelle donne), polmone (43.900, +1,6% negli uomini e +3,6% nelle donne), prostata (40.500, +1,5%).

La pandemia, rilevano gli esperti, ha determinato nel 2020 un calo delle nuove diagnosi legato in parte all'interruzione degli screening, ma oggi si assiste alla ripresa dei casi di tumore come in altri Paesi europei.

Il trend rischia però di peggiorare se non si pone un argine proprio agli stili di vita scorretti. I dati 2020-2021 «segnano un momento di accelerazione per lo più in senso peggiorativo per quanto riguarda i fattori di rischio comportamentali-sottolinea infatti il ministro della Salute Orazio Schillaci- si tratta di un dato che non può non destare preoccupazione se si considera che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati intervenendo su fattori di rischio prevenibili, soprattutto sugli stili di vita». Pesano anche i ritardi nell'assistenza accumulati durante la pandemia, ma si registra una ripresa dei programmi di prevenzione secondaria e degli interventi chirurgici in stadio iniziale.

In particolare, nel 2021 i programmi di screening sono tornati ai livelli prepandemici, per esami mammografici, per il tumore del colon-retto e quello della cervice uterina. I dati «invitano sempre di più a rafforzare le azioni per contrastare il ritardo diagnostico e per favorire la prevenzione secondaria e soprattutto primaria, agendo sul controllo dei fattori di rischio a partire dal fumo, dall'obesità, dalla sedentarietà, dall'abuso di alcol», afferma Saverio Cinieri, presidente Aiom, Associazione italiana di oncologia medica. Un dato positivo è che a fronte dei 2,5 milioni di persone che vivevano in Italia nel 2006 con una pregressa diagnosi di tumore, si è passati a circa 3,6 milioni nel 2020, il 37% in più di quanto osservato solo 10 anni prima. «Dobbiamo recuperare in fretta - aggiunge Schillaci - ritardi diagnostici, rafforzare la prevenzione primaria e secondaria». Gli oncologi chiedono di «rendere attuabile e finanziato il Piano oncologico nazionale». E Schillaci ribadisce «l'impegno ad una rapida adozione del Piano, nell'ambito delle azioni per rafforzare soprattutto nel territorio la prevenzione, la diagnosi, la cura e l'assistenza».

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