Tumori, al Pascale di Napoli primo paziente del Sud affetto da linfoma trattato con la tecnica Car-T

Tumori, al Pascale di Napoli primo paziente del Sud affetto da linfoma trattato con la tecnica Car-T
Venerdì 10 Dicembre 2021, 16:57 - Ultimo agg. 18:23
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Parte dal Pascale di Napoli in tutto il Mezzogiorno d'Italia la sfida delle Car-t. All'Istituto nazionale tumori Fondazione Pascale è stato trattato con questa innovativa procedura il primo paziente del Sud Italia.

«Ha 62 anni ed è affetto da linfoma non-Hodgkin. L'uomo era risultato refrattario a tre precedenti terapie. Il paziente sta bene ed è tornato a casa». Lo sottolinea in una nota il Pascale.

«Come unica struttura del Mezzogiorno a praticare questo trattamento, insieme con la Regione Campania, garantiremo l'estensione della cura a tutti i pazienti che ne hanno necessità», ha annunciato il direttore generale dell'Irccs partenopeo, Attilio Bianchi.

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Il paziente, assicurano i medici, «ha superato la procedura in ottime condizioni ed è stato dimesso dopo appena una settimana dal trattamento». «I linfociti del paziente sono stati prelevati agli inizi di ottobre, ingegnerizzati nell'ambito di un protocollo di studio internazionale attivo presso il Pascale e reinfusi come prodotto Car-T il 26 novembre, presso l'Unità di trapianto di cellule staminali dell'Istituto, diretta da Gianpaolo Marcacci», prosegue il Pascale.

Le cellule del paziente «sono state modificate attraverso l'inserzione di un recettore chimerico Car-T che le ha trasformate in veri e propri killer in grado di riconoscere specificamente le cellule neoplastiche del linfoma, evadere le contromisure attivate dal tumore per sfuggire alle difese immunitarie e quindi - ricordano i medici - ucciderle attraverso un meccanismo immunologico.

Al paziente sono state contemporaneamente infuse cellule Car-T, sia di tipo Cd8 che Cd4, per migliorare l'efficienza antitumorale della terapia».

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«La procedura - dice il direttore scientifico dell'Istituto, Nicola Normanno - è stata portata a termine con successo attraverso la collaborazione di un team multidisciplinare specificamente creato presso il Pascale e che ha visto l'interazione delle strutture di Anestesia e rianimazione, Medicina trasfusionale e Farmacia».

«Ancora una volta - dice il manager Bianchi - il lavoro di squadra in multidisciplinare ha reso possibile un sogno. Ora lavoreremo insieme con la Regione, che ha già dato piena disponibilità, per far sì che tutti i pazienti candidabili a questa particolare tipologia di trattamento, possano riceverlo. Ringrazio l'équipe del professore Pinto, il dottor Perrone, tutti quelli che ci hanno supportato in questo percorso assolutamente impegnativo e sfidante».

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