Omicron e influenza, allarme twindemia: cos'è la doppia ondata invernale. In 7 giorni uso monoclonali raddoppiato

Omicron e influenza, allarme twindemia: cos'è la doppia ondata inernale. In 7 giorni uso monoclonali raddoppiato
Omicron e influenza, allarme twindemia: cos'è la doppia ondata inernale. In 7 giorni uso monoclonali raddoppiato
di Marta Giusti
Sabato 8 Ottobre 2022, 13:15 - Ultimo agg. 9 Ottobre, 10:06
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Twindemia - I sintomi magari sono più leggeri, sono più simili a un raffreddore. Ed ecco che l'infezione Covid fa meno paura, le abitudini si sono decisamente più rilassate e le mascherine sono finite nel dimenticatoio. È un errore. Perché il coronavirus, la variante Omicron, le sue sottovarianti (l'ultima arrivata è Cerberus) abbinate a un virus respiratorio o un'influenza (non chiamatela banale) possono comunque comportare decorsi della malattia gravi. Tenete a mente che è ottobre, sta per arrivare l'influenza stagionale (che negli ultimi due anni è stata "schermata" dalle mascherine e quindi non ci sono stati grandi picchi di contagio) e dunque la "combo" Covid+influenza può essere un problema. Può essere grave per chi, per ragioni di salute, non può permettersi di contrarre entrambe. Può affaticare, ingolfare, rallentare il nostro sistema sanitario che deve poter curare tantissime altre patologie, oltre il Covid. Dovete, infine, considerare che il coronavirus non solo non è mai sparito ma sta rialzando la testa, sta diventando più aggressivo. Un dato? Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sono raddoppiate le prescrizioni di monoclonali (farmaci mirati contro il Covid) in una settimana. 

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Epidemia gemellare

Sono queste le ragioni per cui gli esperti mettono in guardia dalla "twindemia". Dietro questo, ennesimo, neologismo inglese (twins significa gemelli) si fa riferimento a un'epidemia gemellare: Covid e influenza. Si attende quindi una «doppia ondata» di Covid e influenza. Senza mascherina questi virus circolano di più.  

Conseguenze: respirazione assistita più frequente

Sentite cosa dicono a Bolzano che in questo momento rappresenta un buon osservatorio di una situazione che potrebbe diventare molto critica: Bolzano ha i reparti ospedalieri pieni al 25% di pazienti Covid (la soglia per tenere il sistema sotto controllo dovrebbe essere il 15%). «In autunno e inverno in Alto Adige potremmo riscontrare più infezioni simultanee causate da diversi virus respiratori. Spesso una doppia infezione comporta un decorso più grave della malattia e anche un incremento della mortalità», spiega Christian Wiedermann dell'Istituto di Medicina Generale e Public Health di Bolzano. «In Inghilterra - spiega Wiedermann - sono state rilevate doppie infezioni virali in circa l'8% dei pazienti che hanno contratto il Covid. In casi di questo tipo il rischio di dover ventilare meccanicamente i pazienti raddoppia».

Negli Stati Uniti le autorità sanitarie prevedono sino a 50.000 decessi legati all'imminente epidemia influenzale. Inoltre vengono stimati 150.000 decessi annuali per coronavirus.

Le difese immunitarie

Dall'introduzione delle misure anti-Covid (distanza interpersonale, igiene, mascherina) nel marzo del 2020, la bassissima diffusione del virus dell'influenza potrebbe aver indebolito lo scudo immunitario degli altoatesini. Wiedermann prevede un aumento del numero di casi nell'attuale stagione influenzale - basandosi anche sull'esperienza dell'influenza «australiana».

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In Australia, infatti, le infezioni influenzali sono aumentate del 25% rispetto al 2019, illustra l'esperto. «Il fatto di indossare le mascherine e di mantenere la distanza interpersonale ha prosciugato il bacino nel quale il virus dell'influenza si sviluppa. Proprio per questo motivo non è stato in grado di diffondersi nel modo abituale. Le nostre difese immunitarie hanno avuto meno contatti virali.

Il vaccino contro l'influenza

Questi contatti, oltre alla vaccinazione, contribuiscono alla nostra continua protezione immunitaria», spiega Wiedermann. A questo si aggiunge un altro fatto: dallo scoppio della pandemia da Coronavirus meno persone sono state vaccinate contro il virus dell'influenza.

«Di conseguenza una parte aggiuntiva della nostra protezione immunitaria è andata persa. Pertanto consiglio vivamente la vaccinazione antinfluenzale in questo autunno.

La vaccinazione protegge anche dalla variante "australiana" dell'influenza», sottolinea Wiedermann.

«Le persone di età superiore ai 65 anni e particolarmente le persone con malattie croniche hanno un rischio maggiore di un decorso grave dell'influenza soprattutto dopo un doppio contagio da Covid e influenza», spiega il coordinatore dei progetti di ricerca dell'Istituto di Medicina Generale che ribadisce: «La mascherina è un'importante aggiunta protettiva alla dose di richiamo attualmente urgentemente raccomandata». 

La situazione epidemica in Italia oggi

L'indice di trasmissibilità Rt è 1,18 (la scorsa settimana era 1). L'incidenza è 441 casi per 100mila abitanti. Il tasso di positività è del 21,7%. Sono numeri in netta risalita rispetto a sette giorni fa. Gli effetti di questi numeri sono evidenti negli ospedali, dove il tasso di occupazione in terapia intensiva sale all'1,8% rispetto all'1,4% del 29 settembre, mentre quello nei reparti di area medica a livello nazionale sale all'8,2%% rispetto al 6,0% della settimana prima. In 4 Regioni l'occupazione dei reparti supera la soglia di allerta fissata al 15% (PA Bolzano 24,6%, Umbria 21,6%, Friuli Venezia Giulia 16,9% e Valle d'Aosta 16,4%).

Negli ospedali sono 198 i ricoverati in terapia intensiva (ieri erano 180), ovvero 18 in più, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 5.379 (ieri erano 5.188), cioè 191 in più.

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Non abbandonare la mascherina

Perciò è bene non abbandonare la mascherina: averla con sé, oltre a non creare particolare ingombro, può rivelarsi utilissimo. In un contesto di folla e assembramento rappresenta una validissima protezione (per voi e per le persone pià esposte a decorsi gravi di una eventuale malattia).

Il direttore Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza continua a raccomandare prudenza: «Dato l'aumento di velocità della circolazione del virus, testimoniato anche dall'incremento di Rt che adesso è sopra 1, è bene mantenere dei comportamenti ispirati alla prudenza e soprattutto ricordiamo le dosi di richiamo del vaccino anti-Covid in particolare per le persone più a rischio, quindi i soggetti fragili e gli over60».

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Dicevamo all'inizio di questo articolo che c'è un ricorso molto più frequente ai monoclonali. C'è infatti una nuova ripresa nell'uso delle terapie con anticorpi monoclonali. Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), sono stati 79.666 i trattamenti con monoclonali avviati da marzo 2021 al 5 ottobre e le prescrizioni per l'utilizzo come terapia vedono un raddoppio nell'ultima settimana. Dal 22 settembre al 5 ottobre, sono state prescritte 4,5 dosi per milione di abitanti del mix tixagevimab-cilgavimab rispetto a 2,4 dosi della settimana precedente, pari a +107,8%. Mentre le prescrizione di sotrovimab sono state 3,5 per milioni di abitanti rispetto a 1,9 della settimana precedente, pari a +81,6%. Cresce inoltre del 64% in 7 giorni anche l'uso di tixagevimab-cilgavimab in profilassi. 

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