Vaccini, i dati dell'Aifa: casi avversi
rarissimi, 12 persone decedute

Vaccini, i dati dell'Aifa: casi avversi rarissimi, 12 persone decedute
di Ettore Mautone
Giovedì 10 Febbraio 2022, 07:09 - Ultimo agg. 11 Febbraio, 07:32
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Vaccini antiCovid: fari puntati sulla sicurezza. Dalla fotografia scattata dall'Aifa e inserita nel rapporto annuale sulla farmacovigilanza, emergono circa 118mila segnalazioni di sospetti eventi avversi di cui l'83,7% non sono gravi (98.717 pari a 91 casi ogni 100mila dosi) e il 16,2% (19.055 pari a 17,6 casi ogni 100 mila) da riferire invece a reazioni più gravi a fronte di oltre 108,5 milioni di dosi somministrate in totale.

Complessivamente quindi, i sospetti eventi avversi gravi segnalati sono riferibili solo allo 0,02% del totale delle dosi inoculate in un anno indipendentemente dal vaccino e dalla dose. E le dosi di richiamo? Ancora più sicure: con 21,7 segnalazioni ogni 100 mila inoculazioni, cioè un quinto delle segnalazioni rispetto al primo ciclo di vaccinazione. Il farmaco più sicuro? Il valore va considerato in rapporto alla numerosità delle dosi inoculate che nella stragrande maggioranza sono appannaggio di Pfizer. Con le dovute proporzioni, dunque, il maggior numero di eventi avversi si è registrato con AstraZeneca (102 per 100 mila dosi) a cui seguono Pfizer e Johnson quasi a pari merito e infine Moderna che conta solo 64 segnalazioni per 100 mila.

Per tutti i vaccini gli eventi avversi non gravi più frequenti sono febbre, stanchezza, cefalea, dolori muscolari e articolari e nella sede di iniezione, brividi e nausea.

Nella maggioranza dei casi tutti risolti al momento della segnalazione. Sintomi lievi anche con il ricorso a due farmaci diversi tra prima, seconda o terza dose somministrata (cosiddetta eterologa). Il 77% circa delle segnalazioni non gravi approda alla guarigione completa o al miglioramento già al momento della segnalazione e il 32% si prolunga per più tempo. L'Aifa ha riportato anche i dati sulle reazioni ansiose e correlate allo stress da vaccinazione che in 12 studi internazionali mostrano una notevole incidenza della suggestione psicologica: la frequenza di malessere generale emerge nel 35,2% dei casi e reazioni di tipo locale nel 16,2% nei pazienti che non avevano ricevuto il farmaco ma un placebo.


Tra gli eventi gravi sono annoverati la paralisi del nervo facciale, le miocarditi (che tuttavia sono più frequenti e letali dopo il contagio del virus) e lo shock anafilattico ma quelli ad esito fatale sono rarissimi: si tratta di 456 casi dopo la prima dose, 267 dopo la seconda e 35 dopo la terza, con un'età media di 79 anni. Attenzione, il rapporto di causa effetto è tutto da dimostrare ed è affidato a un complesso algoritmo su cui si fonda la sorveglianza a livello internazionale. In oltre il 64 per cento delle situazione monitorate i pazienti avevano ad esempio una situazione clinica tale da poter incorrere nello stesso esito anche in assenza di vaccino e solo nel 35,9% c'è il sospetto di una correlazione diretta. Non solo: nel confronto tra la mortalità generale attesa per le varie fasce di età in assenza di vaccino e in quelle sottoposte alla profilassi non si osserva alcuna differenza. Dopo la scrematura e il vaglio di tutti i casi letali al momento solo 22 sono risultati direttamente correlabili (in rapporto di causa effetto) con la vaccinazione (0,2 per per milione di dosi). Di questi circa la metà (10) sono conteggiati tra coloro che sono andati incontro a un fallimento vaccinale. Ossia pazienti fragili che pur vaccinati hanno contratto l'infezione e sono infine deceduti per il Covid. Per i restanti 12 si tratta di 2 eventi che hanno colpito più organi e di 10 trombosi.

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La vaccinazione per Covid-19 è infine altamente indicata e sicura sia in gravidanza sia in allattamento né vi sono evidenze di un'influenza negativa sulla fertilità in entrambi i sessi. In età pediatrica gli eventi avversi da vaccinazione più frequentI sono risultati febbre, cefalea, stanchezza e vomito risolti rapidamente. Anche nella fascia d'età 5-11 non emergono particolari problemi di sicurezza confermati da dati molto più ampi a livello internazionale. Per contro in Italia, i dati dell'Istituto Superiore di Sanità riportano dall'inizio della pandemia un totale di oltre 263.000 casi di infezione tra 6 e 11 anni di cui 1.453 ricoverati in ospedale, 36 in terapia intensiva (1 su 7.000) e 9 deceduti. Quanto alle miocarditi e pericarditi queste colpiscono adolescenti e giovani adulti nella popolazione sana con una certa frequenza e il rischio dopo vaccinazione anti-Covid è molto basso, 2 casi per un milione di dosi che in nessun caso, a differenza dei contagi, è esitato nella morte.
 

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