Vaccino ai dodicenni, hub nelle scuole. Il Lazio parte con i pediatri

Vaccino ai dodicenni, «hub nelle scuole». Il Lazio parte con i pediatri
Vaccino ai dodicenni, «hub nelle scuole». Il Lazio parte con i pediatri
di Mauro Evangelisti e Lorena Loiacono
Martedì 25 Maggio 2021, 21:52 - Ultimo agg. 26 Maggio, 17:38
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Tra due giorni arriverà l’autorizzazione del vaccino anti Covid di Pfizer-BioNTech anche per gli adolescenti, di età compresa tra i 12 e i 15 anni. Moderna, altro vaccino a mRna, ieri ha annunciato che la fase 2/3 ha dimostrato efficacia e sicurezza tra i 12 e i 18 anni e si appresta a chiedere il via libera all’autorità americana (Fda). In sintesi: presto ci saranno dosi per immunizzare anche i ragazzi delle medie e delle superiori, ma per garantire la sicurezza della ripresa delle lezioni a settembre, come detto anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza, bisogna agire in fretta. All’orizzonte ci sono solo due strade: o vacciniamo anche gli studenti o da settembre riapparirà lo spettro della Dad.

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OBIETTIVO
Nella struttura del commissario Francesco Figliuolo hanno chiaro l’obiettivo, inserire gli adolescenti significa aumentare di altri due milioni la platea da immunizzare.

Al Ministero stanno studiando la possibilità di organizzare degli hub vaccinali nelle scuole, per proteggere il numero più alto possibile di ragazzi prima del ritorno tra i banchi. Molto però dipenderà dalle dosi a disposizione nel terzo trimestre e dalle strategie decise da ogni Regione. Il Lazio sta progettando un’operazione capillare, affidando però la vaccinazione di quelle fasce di età direttamente ai pediatri che possono anche fare opera di convincimento e informazione tra le famiglie. Spiega il professor Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria: «I vaccini sono importanti per i ragazzi. Seppur eccezionalmente, anche nell’età evolutiva purtroppo ci sono stati dei casi che hanno avuto delle forme gravi di infezione da Sars-Cov-2, ovvero la cosiddetta MisC, l’infiammazione multiorgano nei bambini che può necessitare di cure intensive».

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E mentre in Veneto il governatore Luca Zaia ha annunciato che nelle due settimane centrali di agosto darà la possibilità anche ai turisti di vaccinarsi, il generale Figliuolo spiega ospite de La7: «I vaccini in vacanza? Io non sono contrario, la priorità è vaccinarsi. Se ci sono le condizioni la Conferenza delle Regioni può fare delle proposte ma voglio un quadro armonico. Se ci sono casi particolari guardiamoli ma volevo evitare transumanze di vaccini e vaccinatori dove ci sono presidi piccoli». Ieri le Regioni e gli enti locali hanno incontrato i ministri Bianchi, Gelmini e Giovannini. Oggetto: trasporto pubblico a settembre quando riapriranno le scuole. Bianchi ha proposto di potenziare il servizio con un servizio di bus riservato agli studenti, gli enti locali hanno replicato che fino a quando resterà il limite della percentuale di riempimento al 50 per cento, il sistema non reggerà. Per questo il ministro Bianchi ha chiesto di mantenere comunque in piedi la macchina della Dad, della didattica a distanza, a cui ricorrere, per una parte degli studenti, se la situazione sarà ancora delicata in autunno. Ecco, per le famiglie pensare che all’orizzonte possa esserci un altro anno scolastico in cui si ripropone la formula della Dad rischia di essere un brutto colpo. Mancano 3 mesi all’inizio delle attività scolastiche: il ministro Bianchi però ha sottolineato la necessità di mettere in campo il potenziamento del trasporto pubblico già a partire dal 1 settembre perché per quella data devono iniziare i corsi di recupero.

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A prescindere dalla data che sarà individuata per il primo giorno di scuola e che, probabilmente, sarà lo stesso in tutta Italia. Ma il rientro non sarà uguale per tutti. «Ci saranno forti differenze sul territorio nazionale anche a livello di capacità del trasporto pubblico – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi - perché ci saranno enti locali più efficienti e altri meno. Questo aspetto ricadrà sulla didattica. Meglio confidare sulla campagna vaccinale più che sul potenziamento del trasporto pubblico, temo che questa situazione possa influire sulla frequenza a settembre. Se dobbiamo mantenere il distanziamento, in classe come sui bus, sarà inevitabile far ricorso alla dad anche a settembre. Purtroppo ne parliamo da oltre un anno e ci saremmo aspettati, oggi, dei risultati maggiori: ora sappiamo che ci sarà bisogno di tempo per fare gli acquisti necessari ai trasporti in più».

E così si torna a parlare di didattica a distanza, del resto lo stesso ministro Bianchi ha assicurato di volerla mantenere per le situazioni di difficoltà, come per le lezioni con docenti dall’estero o per gli scambi con classi in altri Paesi. In questo caso invece si tratterebbe della solita vecchia necessità. Lo stesso vale per il reperimento degli spazi. «Bisogna ridurre la quantità massima di alunni per classe – sostiene Marcello Pacifico, segretario Anief - perché non possono convivere in un’aula di meno di 50 metri quadrati 30 e più studenti, più il docente e non di rado anche il collega di sostegno».
 

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