Coronavirus, l'influenza 2016 causò 25 mila morti. Pregliasco: «Ecco perché il vaccino per il Covid sarà fondamentale»

Coronavirus, l'influenza 2016/17 causò 25 mila morti. Pregliasco: «Ecco perché il vaccino per il Covid sarà fondamentale»
​Coronavirus, l'influenza 2016/17 causò 25 mila morti. Pregliasco: «Ecco perché il vaccino per il Covid sarà fondamentale»
Mercoledì 15 Aprile 2020, 16:17 - Ultimo agg. 19:50
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Corsa al vaccino contro il Covid-19 per averlo entro la fine dell'anno. Ma poi, avvertono i medici, bisognerà vaccinarsi tutti altrimenti i morti non finiranno proprio come avviene, ogni anno, con l'influenza cosiddetta normale. Trovare un antidoto alla pandemia, in questo momento, sembra la soluzione a tutti i mali ma poi sarà necessario diffonderlo e raggiungere la stragrande maggioranza della popolazione. Basta dare un'occhiata ai dati dell'influenza normale per capire che di influenza si muore, ancora e ogni anno. Nonostante ci sia un vaccino. Secondo i dati del recente studio “Investigating the impact of influenza on excess mortality in all ages in Italy during recent seasons (2013/14–2016/17 seasons)” emerge che la stagione influenzale può provocare migliaia di morti con cause correlate e complicanze che variano da 7 a 25 mila.

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I decessi della stagione 2016-2017 sono stati infatti 24.981, nel 2014-2015 furono 20.259. Dati enormi, soprattutto se proiettati in una condizione in cui c'era il vaccino e veniva effettuato dal 50% della popolazione a rischio, con un'età superiore a 65 anni. «Negli ultimi anni – si legge nello studio firmato, tra gli altri, anche dal dottor Walter Ricciardi - l'Italia ha registrato picchi nei tassi di mortalità, in particolare tra gli anziani, durante la stagione invernale. Le epidemie influenzali sono state indicate come uno dei potenziali determinanti di un tale eccesso. Abbiamo stimato morti in eccesso di 7.027, 20.259, 15.801 e 24.981 attribuibili all'influenza delle epidemie nel 2013/14, 2014/15, 2015/16 e 2016/17, rispettivamente, utilizzando l'indice Goldstein».
 


Tra le conclusioni, si legge, c'è il totale di oltre 68.000 decessi imputabili a epidemie di influenza nel periodo di studio, vale a dire nei 4 anni dal 2013-2014 al 2016-2017. Difficile paragonare il percorso dell'influenza “normale” con il Covid-19: «Parliamo di due realtà diverse ma – spiega Fabrizio Pregliasco – in termini di vaccini è chiaro che se quel 50% di vaccinazioni contro l'influenza non ci fosse stato avremmo avuto il doppio di morti o giù di lì. Oppure, se fosse stato al 100% avremmo evitato tanti decessi. E' anche vero che in Italia l'influenza si estende nell'arco dei 4 mesi, da dicembre a marzo, ed ha quindi un impatto sul sistema sanitario inferiore rispetto a quello che viviamo con il Covid-19 che, in modalità più veloce, ha messo a dura prova i nostri ospedali. Il vaccino andrà fatto, altrimenti la situazione sarà comunque critica».
 

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