Vaccino Covid per animali, in Russia prodotte le prime dosi: si lavora per registrarlo in Ue

Vaccino Covid per animali, in Russia prodotte le prime dosi: si lavora per registrarlo in Ue
Vaccino Covid per animali, in Russia prodotte le prime dosi: si lavora per registrarlo in Ue
Venerdì 30 Aprile 2021, 14:30 - Ultimo agg. 15:45
2 Minuti di Lettura

È stato prodotto un primo lotto del vaccino contro il Covid-19 destinato agli animali, il Carnivac-Cov. Ad annunciarlo è stato il Servizio Federale russo per la Veterinaria e la Sorveglianza Fitosanitaria (Rosselkhoznadzor). Come riferisce l'agenzia Interfax, citando la direttrice dell'ente federale, Yulia Melano, le 17.000 dosi della partita sono state ordinate e saranno presto fornite a varie regioni russe. Stando a Melano, società di Germania, Grecia, Polonia, Austria, Kazakistan, Tagikistan, Malesia, Thailandia, Corea del Sud, Libano, Iran e Argentina sono interessate al vaccino.

Gatto (contagiato dai padroni) muore di Covid. Studio conferma la trasmissione da uomo a felino

Secondo l'agenzia Interfax, «si prepara un dossier per registrare» il vaccino «all'estero, in particolare in Unione europea». «Al momento - ha spiegato Melano alla Tass - possono essere prodotte fino a tre milioni di dosi al mese.

In futuro, se arriveranno ordini, sarà possibile aumentare questa quantità fino a cinque milioni». Gli studi preclinici del vaccino sono iniziati lo scorso agosto. I test sono stati condotti su visoni, gatti, cani e furetti, e, secondo le autorità russe, hanno provato l'efficacia e la sicurezza del vaccino.

È di qualche giorno fa, invece, la notizia dei risultati positivi del primo vaccino anti Covid in sperimentazione di fase 1 nei gatti, realizzato dall'azienda italiana Evvivax. Sperimentazione condotta negli Stati Uniti in collaborazione con l'azienda americana Applied Dna. Serbatoio naturale di oltre il 70% delle malattie infettive emergenti, gli animali sono stati dei sorvegliati speciali fin dall'inizio della pandemia scatenata dal virus SarsCoV2: l'obiettivo è evitare che diventino dei serbatoi naturali di infezioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA