Vaccino Covid, prenotazioni, strutture e dati delle Regioni: l’Italia è già in ritardo

Vaccino Covid, prenotazioni, strutture e dati delle Regioni: l’Italia è già in ritardo
Vaccino Covid, prenotazioni, strutture e dati delle Regioni: l’Italia è già in ritardo
di Francesco Malfetano
Mercoledì 16 Dicembre 2020, 00:05 - Ultimo agg. 15:55
4 Minuti di Lettura

Mentre l’Europa accelera e punta ad iniziare la campagna vaccinale anti Covid già a fine dicembre, l’Italia prova a tenersi in scia con quella che rischia di assumere tutte le sembianze di una rincorsa. 

Non solo perché gli appelli rivolti all’Ema per velocizzare la pratica dell’approvazione definitiva del vaccino Pfizer BioNtech sono arrivati solo dopo il pressing tedesco quanto soprattutto perché alcuni dei bandi, come quello per il reclutamento di 3mila medici e 12mila infermieri, scadono il prossimo 28 dicembre e quindi non proprio in tempo utile per somministrare le prime dosi entro la fine dell’anno.

C’è poi da considerare anche che al momento le Regioni devono ancora comunicare i dati reali sulle loro necessità.

Quelli trasmessi in questi giorni infatti sono poco più di proiezioni fatte sulla carta e non sono stati aggiornati in base alle necessità puntuali dei territori. 

Una situazione che però pare non preoccupare più di tanto l’esecutivo. «I numeri stanno arrivando» ribadiscono diverse voci vicine sia al ministero della Salute che a quello degli AffarirRegionali, la Penisola «è ormai pronta a cominciare con il piano già dalla fine di dicembre o, comunque, non appena arriveranno indicazione certe dall’Ema». Rassicurazioni che fanno il paio con una riunione convocata domani proprio dal ministro Francesco Boccia per fare il punto con il ministro Roberto Speranza, il commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri e il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. Un vertice da cui, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, usciranno proprio le cifre definitive per la somministrazione delle dosi durante la prima fase.  

Video

«Il punto ora è definire chi si vaccinerà Regione per Regione» spiegano «i numeri saranno differenti da quelli circolati nei giorni scorsi». Ad esempio trapela che il Veneto potrebbe contare cifre molto diverse e che le 150.366 dosi (in realtà sono il doppio perché serve un richiamo) prenotate dalla Campania sulle 1,8 milioni distribuite da Pfizer non sarebbero sufficienti per i suoi cittadini e che il numero corretto prevederebbe circa 7mila prenotazioni in più. «Nulla di ingestibile» chiariscono, «ma c’è bisogno di pianificare il tutto in maniera puntuale» oppure si rischia «che le cose non vadano proprio come programmato». 

A preoccupare, oggi, è più che altro la disponibilità delle Regioni e la loro capacità di reagire a un input anticipato. «Raccordarsi in un sistema sanitario come quello italiano - spiegano - non è mai facile. Bisogna riuscire a sollecitare Regioni e Asl» per far funzionare in maniera efficiente tutta la macchina.  

Così si prospettano già ritardi sulla campagna di adesione di sanitari, ospiti e dipendenti delle Rsa (i primi a poter beneficiare del vaccino). La finestra utile per la loro prenotazione scade venerdì 18 dicembre, ma al momento diverse Regioni pare non abbiano ancora comunicato i loro dati. Non sarebbe quindi un caso se ieri Walter Ricciardi, consigliere di Speranza e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, sia arrivato ad affermare che «Se gli operatori sanitari non faranno il vaccino, io sono per una forma di obbligo».  

Le incognite in questo momento però riguardano più la seconda fase, quella in cui si passerà a somministrare il vaccino alla popolazione anziana. Al netto del fatto che non si hanno ancora notizie certe della piattaforma per la prenotazione a cui stanno lavorando Poste ed Eni, e anche al netto delle polemiche sulla reale necessità dei 1.500 gazebo a forma di fiore firmati dall’architetto Stefano Boeri che affiancheranno i 300 hub già individuati per la prima fase, a preoccupare è infatti la soglia di adesione della popolazione.  

«È impossibile dirlo con precisione, ma occorreranno molti mesi. Come stima» ha aggiunto ieri Ricciardi nel corso di Agorà su Rai3, se tutto procede nei tempi e le persone aderiranno alla campagna vaccinale, «possiamo pensare che questo accadrà per fine anno prossimo». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA