Covid, vaccino italiano: via alla sperimentazione allo Spallanzani, una donna la prima volontaria. «Produzione in primavera»

Covid, vaccino italiano allo Spallanzani: via alla sperimentazione sul primo paziente
Covid, vaccino italiano allo Spallanzani: via alla sperimentazione sul primo paziente
Lunedì 24 Agosto 2020, 09:20 - Ultimo agg. 5 Gennaio, 15:59
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Con la prima dose iniettata poco dopo le 8 è iniziata oggi allo Spallanzani di Roma la sperimentazione sull'uomo del vaccino 'made in Italy' contro il Covid-19. Verrà testato nella prima fase su 90 volontari selezionati tra gli oltre settemila candidati che hanno dato la loro disponibilità. La prima a ricevere il vaccino è stata una donna di 50 anni circa. «Sono emozionata e orgogliosa. Spero di poter essere utile al nostro popolo» ha detto stamattina a chi avuto modo di salutarla qualche istante. «Mi auguro che la mia disponibilità - ha aggiunto - possa essere d'aiuto per salvare vite e che le persone siano sempre più responsabili per non mettere a rischio se stessi e gli altri». 

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Il programma

Dopo essere rimasta in osservazione all'Istituto per qualche ora è tornata a casa e verrà monitorata per le prossime 12 settimane. «Sta benissimo» ha assicurato il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia. I prossimi due volontari verranno vaccinati mercoledì. Poi, se non si osserveranno eventi avversi significativi, si passerà ai successivi 3, che riceveranno una dose più alta. E si andrà avanti fino a 24 settimane per questa prima fase. Poi ci saranno la seconda e la terza fase di sperimentazione che verrà probabilmente effettuata in un paese dell'America Latina dove il virus è in crescita. «Se tutto avviene nei tempi programmati il nostro auspicio è che sia prodotto in primavera», ha spiegato Vaia.

Il vaccino è interamente italiano ed è nato grazie a un protocollo siglato a marzo tra il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro dell'Università e della Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l'IRCCS Spallanzani. Per la realizzazione di questo obiettivo sono stanziati 8 milioni di euro, 5 milioni a carico della Regione Lazio, trasferiti allo Spallanzani e 3 milioni a carico del Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica. È realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera di Castel Romano. Prevede un'unica somministrazione e si basa su un virus reso inoffensivo e incapace di moltiplicarsi, utilizzato come una navetta per trasportare nelle cellule l'informazione genetica che corrisponde alla proteina Spike. Il virus-navetta fa parte della famiglia degli adenovirus, la stessa cui appartiene il virus del raffreddore, ed è di origine animale. È infatti un virus dei gorilla. 

 
 

Alle 8.30 circa la volontaria ha ricevuto la dose del vaccino

«Le intelligenze e la ricerca del nostro Paese sono al servizio della sfida mondiale per sconfiggere il Covid» ha commentato il ministro della Salute Roberto Speranza. «Da oggi inizia una fase storica della ricerca - ha sottolineato il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, stamattina allo Spallanzani per l'avvio della sperimentazione -. È un bellissimo traguardo che la scienza e la medicina italiana hanno raggiunto in questa fase» ha detto Zingaretti assicurando che il «vaccino italiano sarà pubblico e a disposizione di tutti coloro che ne avranno necessità». Dal presidente della Regione anche «un appello alla responsabilità delle persone» per evitare il rischio «di ritornare indietro». 
 

Zingaretti: vaccino sarà pubblico


Mentre il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito ha sottolineato: «L'Italia con questo vaccino entra da protagonista nella guerra dei vaccini, non per arrivare prima ma per arrivare meglio e mettere il Paese in un sistema di parità». L'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, ha parlato invece di «speranza per un vaccino che possa finalmente farci uscire dall'incubo». Ma non è mancata qualche voce fuori dal coro con commenti scettici pubblicati sui social. «Gli attacchi da parte dei no vax nei confronti degli operatori sanitari e dei ricercatori che dal 29 gennaio stanno in prima linea nel contrasto al Covid 19, sono vili e ingenerosi. Chi attacca l'Istituto Spallanzani attacca l'Italia», ha stigmatizzato l'assessore D'Amato.​
 

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