Variante Delta, l'isolamento «non ha protetto i più deboli»: rischio di morte cinque volte maggiore

Variante Delta, l'isolamento «non ha protetto i più deboli»: rischio di morte cinque volte maggiore
Variante Delta, l'isolamento «non ha protetto i più deboli»: rischio di morte cinque volte maggiore
Mercoledì 28 Luglio 2021, 12:10 - Ultimo agg. 29 Luglio, 09:57
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L'isolamento potrebbe non essere riuscito a proteggere le persone più a rischio dal Covid e dalla variante Delta. Uno studio dell'Università di Glasgow dalla Gran Bretagna ha dimostrato che le persone vulnerabili avevano otto volte più probabilità di risultare positive al Covid rispetto alla popolazione generale. Non hanno funzionato, quindi, le inidicazioni del Governo inglese, che aveva consigliato a più di due milioni di persone di rimanere a casa ed evitare contatti non essenziali con i membri della famiglia. Si sperava così di isolare i più a rischio e salvare più vite umane, evitando il collasso degli ospedali. I dati dell'Ufficio per le statistiche nazionali (ONS) hanno mostrato che circa il 95% aveva rispettato le norme.

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Isolamento, tutti i rischi

L'Università di Glasgow ha tuttavia scoperto che le persone isolate avevano molte più probabilità di prendere e morire di Covid rispetto alla popolazione generale. Il suo studio ha esaminato più di 1,3 milioni di persone che vivono nell'area di Glasgow e Clyde tra marzo e maggio dello scorso anno, di cui 27.747 sono state avvisate di proteggere. Gli autori hanno scoperto che, rispetto agli individui a basso rischio, le persone a cui è stato consigliato di proteggersi avevano otto volte più probabilità di avere infezioni confermate da Covid e cinque volte più probabilità di morire in seguito a un'infezione confermata.

L'isolamento, quindi, non sarebbe stato sufficiente a fermare la diffusione del Covid tra coloro a più alto rischio.

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Le conclusioni

Gli autori hanno concluso: «Nel nostro studio, più di un quarto della popolazione generale avrebbe dovuto essere efficacemente protetto per prevenire oltre l'80% dei decessi. Dal momento che è improbabile che ciò sia accettabile in un momento in cui i governi sono sotto pressione per evitare ulteriori blocchi, l'isolamento è probabilmente considerato un intervento per proteggere gli individui, da utilizzare insieme ad altri interventi a livello di popolazione come il distanziamento fisico, la copertura del viso e igiene delle mani».

 

Silvestri: «Delta in ritiranza senza bisogno di lockdown»

«Variante Delta in ritirata» in Gb, «senza neppure l'ombra di un lockdown e con indici di letalità molto bassi», inferiori di «circa 18 volte» rispetto all'ondata della scorsa stagione autunno-inverno. «Una grandissima vittoria per la scienza», a dispetto dei «chiusuristi/pessimisti che hanno fatto un tifo indiavolato» per il mutante di origine indiana «nel Regno Unito, sperando che potesse indurre il Paese a nuovi lockdown. In questi ultimi giorni stanno masticando amaro», osserva il virologo Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta. «I nuovi casi di infezione da Sars-CoV-2 - analizza l'esperto in un intervento sulla pagina social 'Pillole di ottimismò da lui fondata - sono in calo netto (media mobile a 7 giorni, 7-Dma, passata da un picco di 47.120 casi a 32.507, con riduzione del 31% in pochi giorni), e questo senza nessun lockdown, nonostante le loro accorate invocazioni», evidenzia in riferimento ai «chiusuristi/pessimisti». E «questo perché Boris Johnson si è fidato della scienza ed ha insistito con la pianificata riapertura totale senza ascoltare le solite cassandre che danno i numeri al lotto (vedi la storia dei 1.300 morti al giorno a luglio). Tanto di cappello quindi allo 'scap'cciat' di Ten Downing street, che sui vaccini ha certamente fatto la scommessa giusta».

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