Virus respiratorio sinciziale, al via il monitoraggio in Campania

Virus respiratorio sinciziale, al via il monitoraggio in Campania
di Maria Pirro
Lunedì 29 Novembre 2021, 14:55 - Ultimo agg. 30 Novembre, 13:18
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Non solo Covid. I genitori sono in ansia per il virus respiratorio sinciziale che colpisce neonati e lattanti, pronto soccorso e reparti risultano sovraffollati come mai negli ultimi anni. Al punto che «è in corso un monitoraggio dei ricoveri in Campania per migliorare ulteriormente la prevenzione», dice Francesco Raimondi, direttore della terapia intensiva neonatale al Policlinico Federico II che con la dottoressa Angela Umbaldo sta provvedendo alla raccolta dati.

C'è già un opuscolo indirizzato alle coppie con figli che riassume strategie semplici ed efficaci, le stesse utilizzate della lotta al coronavirus, come lavare spesso le mani, pulire i giocattoli con soluzioni alcoliche o a base di ipoclorito di sodio, evitare i luoghi affollati.

E non fumare. Il contagio avviene, infatti, attraverso le secrezioni nasali o tramite le goccioline trasportate dall'aria; la bronchiolite si manifesta con febbricola, raffreddore, tosse e, nelle forme più gravi, determina difficoltà respiratoria, episodi di apnea, cianosi, difficoltà a mangiare. Con esiti anche mortali.

«Non tutti sanno», aggiunge Raimondi, «che il bilancio sarebbe ancora più pesante senza l'immunoprofilassi proposta a inizio stagione invernale che consiste in iniezioni intramuscolo, cinque dosi distanziate di un mese l'uno dall'altra. Nella nostra regione la somministrazione avviene in modo capillare e meglio che in altre, ed è destinata ai nati prematuri e ai bimbi nel primo anno di vita che soffrono di alcune patologie genetiche, respiratorie o cardiache, e sono i più fragili bersagli».

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Ma la bronchiolite non è l'unico pericolo. «Nei primi trenta giorni di vita si concentra il 60-70 per cento della mortalità infantile e la possibilità di intercettare tante patologie», avverte Raimondi. Il Ceinge oggi individua 40 malattie metaboliche rare e si appresta a individuare anche malattie da accumulo lisosomiale, sperando di fare da apripista per lo screening in tutta Italia. La valutazione alla nascita dell'udito permette di provvedere precocemente nei casi più gravi l'impianto cocleare e, di conseguenza, un normale sviluppo neurologico e del linguaggio. «Ma, già durante la gravidanza - conclude Raimondi -, la mamma può trasmettere al suo bambino microorganismi come il citomegalovirus, l'Hiv, il toxoplasma o la spirocheta della sifilide. Aiuta queste donne, spesso provenienti da aree sociali disagiate, il Centro regionale per le infezioni perinatali alla Federico II».

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