Quarta ondata, zone gialle (e mini-rosse) restrizioni e Green pass: il piano anti-contagi, escluso il lockdown per i No vax

Green pass, zone gialle e restrizioni: piano anti-contagi, escluso il lockdown per i No vax
Green pass, zone gialle e restrizioni: piano anti-contagi, escluso il lockdown per i No vax
di Francesco Malfetano
Martedì 9 Novembre 2021, 09:24 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 04:47
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C'è già chi lo ha già ribattezzato il "piano per salvare il Natale". In realtà però, la strategia anti-Covid a cui sta lavorando il governo guidato da Mario Draghi ha un respiro decisamente più ampio. Per l'uso esteso del Green pass infatti prende sempre più quota l'ipotesi di mantenerne la validità fino al prossimo 30 giugno. Si tratta però solo di uno dei tasselli dell'articolata risposta italiana alla quarta ondata che ormai sta già facendo impennare curve dei contagi e delle ospedalizzazioni di mezza Europa.

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Accanto al Green pass quindi arriverà con ogni probabilità il rinnovo dello Stato di emergenza che, in scadenza il 31 dicembre 2021, sarà prorogato almeno per 3 mesi, fino a marzo del prossimo anno. L'idea in pratica, è fare in modo che attraverso gli strumenti che hanno dimostrato di funzionare fino a questo momento si possa proseguire e gestire al meglio l'emergenza, spingendo soprattutto sulle terze dosi e la vaccinazione di massa dei bambini tra i 5 e gli 11 anni. 

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ZONE GIALLE E MINI ZONE ROSSE

Accanto a vaccini, pass ed emergenza appunto, restano gli strumenti ormai consueti. Tra questi mascherine e distanziamento, difesi a spada tratta dal ministro della Salute Roberto Speranza e definiti a più riprese «determinanti». Ma soprattutto resta il meccanismo dei colori che, a più di un anno dalla sua comparsa, è stato affinato per rispondere alla variante Delta e sembra dare ancora garanzie di affidabilità. In altri termini, è possibile che nelle prossime settimane tornino delle "chiazze" gialle a colorare la cartina dell'Italia. Alcune Regioni infatti, dovessero sforare le soglie di riferimento per l'occupazione dei posti letto ospedalieri (10% in terapia intensiva e 15% in area medica) e registrare un'incidenza maggiore di 50 nuovi casi per 100mila abitanti, finirebbero direttamente nella prima fascia di rischio. Un fattore non da poco, specie in termini psicologici, che tra novembre e dicembre potrebbe vedere in giallo diversi territori. I più accreditati al momento sono Friuli-Venezia Giulia, Marche, Calabria e Provincia autonoma di BolzanoIntanto però, c'è anche da gestire nuovi piccoli cluster. E quindi, come in realtà già avvenuto durante l'estate (soprattutto in Sicilia), si potrebbero rispolverare le mini-zone rosse. Ovvero l'istituzione del coprifuoco e del divieto dei contatti non essenziali in piccole porzioni di territorio, quali potrebbero essere un paese piuttosto che un preciso quartiere di una città. 

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LOCKDOWN SELETTIVO

La ricetta italiana anti-quarta ondata è però molto diversa da quella a cui guarda con interesse mezza Europa. Il modello Austria, cioè la strategia del lockdown selettivo per i soli non vaccinati, stuzzica infatti governi e autorità sanitarie. Tuttavia, al momento, difficilmente sarà importanta da questa parte delle Alpi. Nonostante il parere favorevole, ad esempio, del consulente di Speranza Walter Ricciardi o di quello del commissario per l'Emergenza Francesco Paolo Figliuolo, non si tratterebbe di una strada praticabile.

 

A spiegarlo è stato il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) e presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli: «Sia in termini concreti operativi sia per quanto riguarda la compatibilità con i diritti costituzionali penso sia alquanto problematica quindi non credo sia una soluzione proponibile nel nostro Paese. Quegli elementi non rendono la misura considerabile».

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