Concorso scuola, 12 mila precari esclusi: «Gara incostituzionale»

Concorso scuola, 12 mila precari esclusi: «Gara incostituzionale»
di Gianluca Sollazzo
Giovedì 24 Ottobre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 18:38
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Una selezione non per tutti. Al prossimo concorso a cattedra straordinario per le scuole secondarie non potranno partecipare i supplenti che stanno svolgendo un incarico annuale da settembre nelle scuole statali. Tagliati fuori circa 12mila insegnanti italiani. E nella lista degli esclusi rientra anche la quota dei prof storici delle scuole paritarie. Lo stop emerge da quanto disposto dal decreto legge varato il 10 ottobre scorso dal Consiglio dei ministri e frutto della intesa tra ministero dell'Istruzione e sindacati siglata l'1 ottobre per risolvere la problematica della reiterazione dei contratti annuali in Italia.
 
Il decreto è ancora in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per effetto della mancata firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Per i precari è il segnale che qualcosa non va. «Manca la firma del presidente della Repubblica e il motivo può essere solo uno denuncia il leader dei professori precari campani, Pasquale Vespa ovvero le troppe esclusioni che rendono incostituzionale l'atto politico alla cui base non c'è la volontà di risolvere la questione del precariato ma solo fare finta di averlo affrontato». Dovrebbero essere messi a bando 24mila posti nazionali. Ma alla procedura straordinaria - che prevede solo una prova a computer e un anno di formazione con lezione dimostrativa finale - non potranno concorrere i precari delle scuole medie e superiori che stanno svolgendo una supplenza fino al 30 giugno 2020 nell'anno scolastico corrente: la supplenza in corso non sarà computata nel triennio di servizio nelle scuole statali valido come requisito di accesso. «Nell'anno del boom di 200mila supplenze in Italia e in cui stiamo reggendo le sorti delle scuole non viene considerato l'anno in corso di servizio, è uno scandalo», denuncia ancora Vespa, presidente tra l'altro dell'Associazione nazionale docenti per i diritti dei lavoratori.

La partecipazione alla procedura è riservata ai soggetti che «tra l'anno scolastico 2011/2012 e l'anno scolastico 2018/2019, abbiano svolto, su posto comune o di sostegno, almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive», si legge nel decreto legge. Quindi il periodo temporale in cui maturare i tre anni di servizio nella scuola statale come supplenti si ferma all'anno scorso. E non finisce qui.

La seconda stangata colpisce i precari delle scuole paritarie. Il servizio triennale valido come requisito per partecipare al prossimo concorso straordinario «è preso in considerazione unicamente se prestato nelle scuole secondarie statali», continua il provvedimento. E il malcontento monta. Su 12 mila esclusioni, oltre 4.500 sono campani e insegnano anche al nord Italia. E in attesa della pubblicazione del decreto legge in Gazzetta ufficiale scoppia il caso politico. «Ci preoccupa che il decreto non contempli per i docenti alcun percorso abilitante, né ordinario né speciale: è evidente l'illegittimità costituzionale della norma, dal momento che a chi è in servizio nelle scuole paritarie viene impedito di abilitarsi», sbotta Mario Pittoni, senatore della Lega e presidente commissione cultura al Senato.

Se per i docenti con terzo anno in corso viene chiesto un riconoscimento di fatto del servizio ai fini della maturazione del requisito triennale di accesso, per i prof delle paritarie esclusi si rischia una raffica di ricorsi in tribunale.

Le paritarie sono infatti equiparate alle scuole statali ai sensi della legge 62 del 2000. «Presenteremo molti emendamenti - interviene Antonio Iannone, senatore di Fratelli d'Italia in commissione cultura al Senato - perché il concorso non da risposte ai problemi del precariato e crea discriminazioni, presenteremo alla Camera e al Senato emendamenti che daranno la possibilità di superare i gravi limiti di questo provvedimento». Anche per Flora Frate, deputata del Movimento Cinque Stelle «è innegabile che l'intesa non ha, in alcun modo, pacificato la categoria degli insegnanti che, anzi, sta manifestando tutta la propria insofferenza. Penso ai docenti col terzo anno in corso che allo stato attuale si vedono preclusa la possibilità di partecipare al concorso straordinario. Una scelta sbagliata che penalizzerà ancora una volta il Sud, con migliaia di posti compromessi e una marea di ricorsi già pronti a partire».
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