Coronavirus e scuola: il Covid-19 diventa una belva con le zanne, la paura trasforma i disegni dei bambini

Coronavirus e scuola: il Covid-19 diventa una belva con le zanne, la paura trasforma i disegni dei bambini
di Lorena Loiacono
Martedì 31 Marzo 2020, 09:42 - Ultimo agg. 13:58
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Vorrebbero giocare a pallone, andare sull’altalena o mangiare un gelato all’aria aperta, ma per adesso possono solo fare disegni. Addirittura, anche in tempo di coronavirus, sarebbe un sogno, per i bambini, poter tornare a scuola. Ne aspettano la riapertura perché rappresenterebbe, per loro, la certezza di poter tornare alla normalità.

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Il disagio dei più piccoli, in queste settimane di chiusura, è uno degli effetti collaterali che rischia di passare in secondo piano rispetto all’emergenza. Ma esiste, lo sanno bene le famiglie e lo sanno bene anche i docenti. 
 

 





Sta emergendo giorno dopo giorno, ad esempio, nei disegni che i bambini colorano in casa e poi inviano alle maestre che, con la didattica online, cercano riscontro alle loro lezioni a distanza. Un tema ricorrente è quella sfera rossa o blu, piena di piccole coroncine tutte intorno, protagonista spaventosa dei disegni a tinte fosche. E’ il nuovo coronavirus che sta diventano protagonista indiscusso dei disegni dell’infanzia. A volte fa paura altre, invece, viene cacciato via, schiacciato e distrutto.

 


«La paura esiste – spiega Manuela Manferlotti, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Manin di Roma con bambini dall’asilo alle medie – per questo vogliamo aiutare i bambini a tirarla fuori, siamo portando avanti un lavoro con gli insegnanti che mira proprio a questo: vediamo che la situazione viene affrontata ed elaborata dai bambini in maniera sempre diversa. Il materiale prodotto è tanto e vorrei fare una raccolta dei disegni ma anche delle storie scritte, usate dai docenti per raccontare le emozioni. La didattica a distanza ha innanzitutto l’obiettivo di far sentire ai ragazzi la presenza e la voce dei loro docenti». 



LE POESIE
Disegni e poesie, c’è chi scrive un racconto breve e chi mette la paura in filastrocca: «Maledetto virus torna da dove sei venuto. Noi ti salutiamo con un saluto» recita infatti una strofa messa su carta dai bambini della scuola primaria Giuseppe Di Vittorio, secondo circolo, di Umbertide, che con i loro ritratti rappresentano il coronavirus come un «mostro» che li tiene chiusi in casa, lontani dai giochi con gli amichetti o dalle coccole dei nonni. 
«Il disegno per i bambini rappresenta un importante canale comunicativo - spiega Maura Manca, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza – attraverso cui i piccoli possono esprimere il loro mondo interiore. Questa situazione, all’inizio, poteva essere percepita dai bambini come una vacanza, ma ora hanno capito che esiste un problema. Basti pensare che per molti è la prima volta che sentono parlare di malattia e di morte. E ne hanno paura. I bambini non hanno sviluppato ancora un canale comunicativo capace di esprimere quello che hanno dentro, quindi usano i disegni che, a loro volta, diventano un mezzo per esorcizzare la paura e, per i genitori, anche un valido campanello di allarme per cogliere il disagio. E’ bene che l’adulto osservi il disegno, cogliendone i particolari dai colori troppo scuri alle immagini che evocano la paura, e chieda al bambino di raccontarglielo proprio come fosse una storia». 

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