Sud, laurearsi conviene ma è fuga di diplomati

Sud, laurearsi conviene ma è fuga di diplomati
di Marco Esposito
Venerdì 7 Giugno 2019, 07:00
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Laurearsi conviene. Al Sud di più. Il rapporto 2019 di Almalaurea, presentato ieri a Roma, offre segnali incoraggianti per chi raggiunge il più elevato titolo di studio, con tassi di occupazione e retribuzioni in aumento. Dall'analisi tuttavia emerge con nettezza anche una tendenza presente da tempo ma che sta dilagando negli ultimi anni: la scelta dei diplomati del Sud di iscriversi direttamente in atenei del Centro e del Nord. Il fenomeno era già sensibile nel 2015, con il 23,9% di diplomati al Sud con laurea al Centronord, ma nel 2018 si è saliti al 26,4%; un valore più o meno equamente distribuito tra atenei del Nord (13,7%) e del Centro (12,7%). In pratica più di un diplomato su quattro (tra quelli che raggiungono la laurea) lo fa emigrando dal proprio territorio di origine. A questa fuga si aggiunge, segnala Almalaurea, un effetto demografico che vede il Sud in contrazione di abitanti, con la popolazione di 19 anni d'età che calerà del 12% entro il 2030, contro incrementi del 7,3% al Centro e del 6,4% al Nord.
 
L'emigrazione dei laureati, si dirà, è inevitabile per le diverse opportunità di lavoro. Ma l'opinione comune è, se non falsa, eccessiva. Non c'è dubbio che al Nord vi siano maggiori possibilità di occupazione, tuttavia per i laureati il divario si restringe nettamente, anche dal punto di vista retributivo. Un giovane meridionale infatti, rileva l'Istat, ha una possibilità di lavoro di ben diciassette punti inferiore alla media nazionale: 44,7% nel Mezzogiorno contro 61,7% della media Italia nella fascia di età 25-34 anni. Almalaurea segnala però che con la laurea il tasso di occupazione a un anno dal titolo è di dieci punti sotto la media nazionale e dopo un lustro si scende a cinque punti percentuale di divario (80 contro 85%). Le distanze, insomma, si riducono di oltre due terzi. Situazione analoga per le retribuzioni. Se dopo un anno al Sud ci sono laureati che devono accontentarsi di meno di mille euro netti al mese, contro i 1.232 della media nazionale, dopo cinque anni la differenza si riduce a una ottantina di euro al mese e ci sono casi - spicca la Federico II - in cui la retribuzione si allinea alla media nazionale.

Laurearsi al Sud, insomma, conviene e permette di azzerare o quasi il divario di opportunità, se non in tempi rapidi (un anno) nell'arco di un quinquiennio. Tuttavia la realtà dei numeri vede immatricolazioni in calo al Sud e flussi crescenti di diplomati meridionali che si iscrivono altrove. Almalaurea evidenzia che sono soprattutto le famiglie con un solido background socio economico e culturale a iscrivere i figli in Università settentrionali, per cui «nel passaggio tra il diploma e la laurea il Nord guadagna, a scapito del Sud, capitale umano con un retroterra culturale ed economico più favorito». Pesa, segnala il rapporto dell'istituto bolognese, il cattivo funzionamento delle borse di studio, in particolare in Campania e Calabria dove è ancora diffuso il fenomeno degli idonei che non ricevono alcun contributo.

Se lo svuotamento intellettuale del Mezzogiorno è fortissimo, va segnalato un meno vistoso ma comunque crescente depauperamento del sistema Paese. Infatti nel 2018, a cinque anni dalla laurea, lavora all'estero il 5,7% dei laureati di secondo livello di cittadinanza italiana, una quota in tendenziale crescita, in parte a causa delle difficoltà incontrate sul mercato del lavoro negli anni di maggiore crisi economica. Tra chi lavoro fuori confini, il 40,8% ha dichiarato di essersi trasferito all'estero per mancanza di opportunità di lavoro adeguate in Italia, cui si aggiunge un ulteriore 25,4% che dichiara di aver lasciato l'Italia avendo ricevuto un'offerta di lavoro interessante da parte di un'azienda che ha sede all'estero. Sull'ipotesi di rientro in Italia, il 33,2% degli occupati all'estero ritiene tale scenario molto improbabile, quanto meno nell'arco dei prossimi cinque anni. Di contro, solo il 12,9% è decisamente ottimista, ritenendo il rientro in Italia molto probabile.
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