Così la scuola assumerà 12mila bidelli delle coop

Così la scuola assumerà 12mila bidelli delle coop
di Lorena Loiacono
Domenica 26 Maggio 2019, 11:00
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Fuori dalla scuola 12 mila bidelli entro la fine dell'anno: devono rientrare tramite un concorso ad hoc ma ad oggi della selezione ancora non c'è traccia. Si tratta degli addetti alle pulizie che lavorano negli istituti scolastici tramite ditte e cooperative esterne e che dal 1 gennaio prossimo, come previsto dalla Legge di Bilancio 2019, devono necessariamente essere internalizzati. La manovra da un lato rallegra i 12 mila addetti, oggi esternalizzati, con la prospettiva di un contratto statale a tempo indeterminato ma dall'altro fa temere per il loro futuro visto che i tempi si stringono. Fra sette mesi, infatti, non potranno più lavorare con le cooperative nelle scuole.

Serve quindi, quanto prima, un decreto ministeriale per avviare la selezione dei titoli che porterà alla graduale assunzione dei bidelli. Il decreto è stato predisposto dal ministero dell'istruzione ma non ha ancora ricevuto il via libera dagli altri ministeri interessati, come i ministeri del lavoro e delle politiche sociali, per la pubblica amministrazione e dell'economia e delle finanze. Quella del bidello è una figura importante nella scuola perché si occupa delle pulizie e della sicurezza e, da sempre, rappresenta uno dei maggiori punti di riferimento per i bambini. E per i loro genitori. Ne verranno a mancare 12 mila dal 1 gennaio 2020, a cui si aggiunge la platea di personale ata che si prepara ad andare in pensione.
 
Tra gli ata, ausiliari, tecnici e amministrativi, sono oltre 4.300 quelli che potrebbero lasciare la scuola italiana dal 1 settembre perché hanno già presentato domanda di pensionamento: di questi, oltre 3.200 hanno aderito a quota 100. Chi si occuperà degli istituto il prossimo anno scolastico? Sale quindi l'attesa per il concorso che, secondo le prime informazioni arrivate ai sindacati, partirà dalla valutazione dei titoli per poi concretizzarsi in un colloquio. A decidere la versione definitiva saranno comunque il decreto ministeriale in cui verranno definite la modalità di partecipazione al concorso, così come i termini di presentazione delle domande e i requisiti specifici.

Alla selezione potranno partecipare, quindi, tutti coloro che lavorano come bidelli, tramite ditte e cooperative esterne, da almeno 10 anni anche senza soluzione di continuità. E' compreso nel computo dell'anzianità di servizio anche l'anno scolastico che sta per concludersi. Molti di loro, in realtà, lavorano nelle scuole da ben 20 anni, sempre da esterni, vale a dire dall'entrata in vigore della legge numero 124 del 3 maggio 1999 per gli ex Lsu, i lavoratori socialmente utili. Oltre ai dieci anni di servizio sarà necessario possedere, al momento della candidatura, la licenza media.

Sono circa 12mila i posti previsti per le assunzioni: tanti quanti quelli accantonati per l'anno scolastico 2018-2019. Le regioni con il maggior numero di ex Lsu nelle scuole sono la Campania con 2.600, 1.700 circa nel Lazio e altrettanti in Puglia. Inevitabile però che qualcuno resti fuori, sia per l'anzianità di servizio sia per il titolo di studio. Su questo i sindacati sono al lavoro per trovare una soluzione che non lasci fuori nessuno.

Ma c'è anche un altro fronte da considerare: quello del personale ata, già statale, tuttora precario. Al momento non è previsto che venga assorbito dal concorso straordinario per bidelli. Ma non sono pochi. Tra gli ata, infatti, oggi sono oltre 13mila i precari, che lavorano nei corridoi delle scuole con contratti brevi e annuali. Un altro nodo da sciogliere riguarda l'orario di lavoro: non sarà necessariamente a tempo pieno.

Con le cooperative, infatti, sono molti i lavoratori che vengono impiegati per poche ore al giorno. Potrebbero quindi mantenere il part time: sulla questione dell'orario di lavoro - spiegano i Cobas - non abbiamo ancora notizie certe: è evidente però che su questo aspetto giocheranno un ruolo determinante le risorse che verranno stanziate e il numero di lavoratori che si prevederà di stabilizzare.
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