Scuola, si cambia: cattedre aperte ai prof “privati”

Scuola, si cambia: cattedre aperte ai prof privati
Scuola, si cambia: cattedre aperte ai prof “privati”
di Lorena Loiacono
Sabato 26 Ottobre 2019, 00:00 - Ultimo agg. 18:07
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Va rivisto e corretto, solo così il decreto salvaprecari bis potrà vedere finalmente la luce. E lo farà insieme al giro di vite contro le aggressioni da parte di studenti e genitori: solo lo scorso anno sono state una cinquantina gli assalti fisici e verbali, denunciati da docenti e dirigenti scolastici. La sottosegretaria all’Istruzione, Lucia Azzolina, ha spiegato che la Commissione Giustizia della Camera sta prevedendo l’aggravante di pena per chi aggredisce il personale scolastico, per cause connesse all’esercizio della sua funzione. 

L’ITER
Al testo salva-precari invece, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 10 ottobre, manca ancora il sigillo più importante: la firma del Presidente della Repubblica. A fermare il decreto sarebbero, infatti, i dubbi del Quirinale relativi all’esclusione del personale delle scuole paritarie dal concorso straordinario che il ministro Fioramonti vorrebbe bandire entro la fine dell’anno. Ma se la situazione non si sblocca, i tempi si allungheranno. Al concorso straordinario potranno partecipare tutti i precari delle scuole medie e superiori con almeno 3 anni di servizio negli ultimi 8. Dovranno sottoporsi ad uno scritto computer based: entreranno in ruolo i primi 24mila. Per accelerare l’iter, il ministero dell’Istruzione potrebbe decidere di accettare anche i docenti delle paritarie di III fascia ma non verrebbero inseriti nei primi 24mila. Per loro resta valida, con una votazione minima di 7/10 alla prova scritta, la possibilità di abilitarsi accedendo alla II fascia. 

Un altro punto debole del decreto riguarda i dsga, vale a dire i direttori amministrativi. In base al decreto dovrebbero essere stabilizzati anche i “facenti funzioni”: tutti quei collaboratori che, pur non avendone i requisiti nei titoli come la laurea, ricoprono già ruoli apicali mandando avanti il lavoro delle segreterie. Secondo un rilievo dei consiglieri giuridici del Quirinale, senza curriculum non possono essere stabilizzati, ma su questo punto i sindacati daranno battaglia. 

L’ATTESA
Senza sciogliere questi due nodi cruciali, il decreto non parte nonostante siano in attesa decine di migliaia di docenti e di studenti che, senza docenti abilitati nelle graduatorie, assistono a un via vai continuo in cattedra di insegnanti senza titoli.
Ed è il secondo stop, dopo il tentativo del decreto dell’ex ministro Bussetti, approvato dal Consiglio dei ministri il 6 agosto e finito nello stallo per la crisi di governo. «Il provvedimento – spiegano da viale Trastevere – sta proseguendo il suo iter normativo. E’ in attesa di essere inviato alla firma del Capo dello Stato, dopo essere stato perfezionato, così come deciso nel confronto al Consiglio dei Ministri, sempre del 10 ottobre». «Per sbloccare il decreto Scuola - denuncia il senatore della Lega, Mario Pittoni - basterebbe reinserire i percorsi abilitanti speciali, come da accordo Miur e sindacati». 

I FONDI
Ma il decreto salva precari non è l’unico dei problemi per il ministro Fioramonti che, all’inizio del suo mandato, aveva assicurato che, se non fossero arrivati tre miliardi su scuola e ricerca, si sarebbe dimesso. Nella legge di bilancio quei fondi non ci sono. «Confesso – ha ammesso Fioramonti – che attualmente sono un po’ preoccupato perché nella prima versione della legge di bilancio le risorse sono molto inferiori a quello di cui c’è bisogno e rispetto a quello che era stato immaginato. Io continuerò ad impegnarmi fino a quando sarà possibile». Il ministro, prima di rassegnare le dimissioni, confida di trovare risorse nell’iter parlamentare.
 
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