«Scuola chiusa per due settimane e Dad se boom di contagi», ma i presidi si ribellano: no all’estensione delle vacanze

«Scuola, stop di 2 settimane se c’è un boom di contagi». I presidi: no all’estensione delle vacanze
«Scuola, stop di 2 settimane se c’è un boom di contagi». I presidi: no all’estensione delle vacanze
di Lorena Loiacono
Mercoledì 22 Dicembre 2021, 07:00 - Ultimo agg. 2 Gennaio, 17:39
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A casa, davanti al pc o al tablet, per vedere attraverso lo schermo il professore e i compagni di scuola. Per molte classi, ormai, le lezioni si stanno svolgendo così: in didattica a distanza. Accade in tutta Italia, da Nord a Sud. In tutte le scuole, o quasi ci sono almeno due o tre classi in quarantena. Con uno o più contagi tra i banchi a mandare in dad tutto il gruppo. I numeri salgono di settimana in settimana e, negli ultimi giorni, i casi sono raddoppiati. 

Un trend che rende impossibile escludere anche un ritorno massiccio alle lezioni a distanza a gennaio. A spiegarlo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri: «Dipenderà dal picco della variante Omicron.

Se abbiamo i numeri del Regno Unito, con 100mila contagi (oggi in Italia sono stati circa 30mila ndr) e gran parte di questi tra la popolazione non vaccinata o non vaccinabile, quindi anche tra i soggetti più giovani, un ritardo del rientro a scuola consente un rallentamento del virus. In quel caso, non potremmo ricominciare la scuola subito».  

A prescindere da cosa accadrà a gennaio, la dad sta già prepotentemente tornando protagonista, con un allarme che riguarda soprattutto gli alunni delle elementari, dove i bambini, che possono vaccinarsi solo da una settimana, sono più a rischio. Nelle ultime due settimane le quarantene infatti sono dilagate. Con un’escalation impressionante in tutte le regioni: nel Lazio, ad esempio, le classi in isolamento sono passate da 500 a mille, solo nel mese di dicembre, in Liguria invece solo nell’ultima settimana si è passati da 300 a 440 classi in quarantena. Nelle Marche l’impennata ha portato le classi in quarantena da 270 a 430 mentre in Calabria restano a casa ben 4 classi su 10. In Valle d’Aosta i casi sono raddoppiati. Numeri altissimi e tempi così ristretti e veloci che diventa difficile anche solo tenere i conti di un aumento simile. «Sono quasi 20mila le classi in quarantena - spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – facendo riferimento ad una stima basata sul trend in crescita. Solo 15 giorni fa erano circa 10mila, ora sono raddoppiate. Sappiamo anche che non è questo il picco e che dobbiamo prepararci ad affrontarlo, probabilmente dopo Natale. Sarebbe opportuno quindi incentivare al massimo la vaccinazione anche tra i più giovani. Dobbiamo fare di tutto per rientrare in sicurezza ed evitare le criticità delle continue quarantene di questi giorni. Sono dell’idea che ‘allungare’ le vacanze di Natale per gli studenti sia una scelta poco efficace». 

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Intanto però l’anno si chiude con la dad, non solo per chi deve restare in isolamento ma anche per chi, osservando la curva dei contagi in crescita, ha deciso di chiudere le scuole e avviare la didattica online prima della pausa natalizia: una strada intrapresa da diversi comuni alle prese con un allarme crescente. Così si sono organizzati i Comuni di Anzio, vicino Roma, e Benevento, chiudendo tutte le scuole. Lo stesso avviene per tutti gli istituti di Codogno in provincia di Lodi, fino alla provincia di Palermo passando per la Liguria dove gli studenti sono andati in anticipo a casa dalle scuole di Imperia, Ventimiglia, Bordighera e Sanremo dove si rientrerà dopo il ponte dell’Epifania. 

Il parere degli esperti è chiaro: «Se le cose vanno veramente male con la variante Omicron - ha spiegato l’infettivologo Massimo Galli, già direttore di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano - considererei la possibilità di prolungare le vacanze di Natale per i piccoli non vaccinati». Molte scuole hanno già deciso di riprendere le lezioni il 10 gennaio, restando a casa qualche giorno in più visto che il 7 gennaio, giorno solitamente indicato per il rientro, è venerdì. Accade in Campania, Puglia, Molise, Veneto e Valle d’Aosta. Ma anche in altre regioni, come a Roma e in generale nel Lazio o in Lombardia e Piemonte, dove le scuole in autonomia hanno modificato il calendario regionale posticipando il rientro di tre giorni. 

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