Statali, nuovo contratto scuola: 2,1 miliardi per gli aumenti. In busta paga quasi il 4% in più per i prof

Il contratto che sarà rinnovato è quello che si riferisce al triennio 2019-2021

Nuovo contratto scuola: 2,1 miliardi per gli aumenti. In busta paga quasi il 4% in più per i prof
Nuovo contratto scuola: 2,1 miliardi per gli aumenti. In busta paga quasi il 4% in più per i prof
di Andrea Bassi
Giovedì 12 Maggio 2022, 00:02 - Ultimo agg. 14:21
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Si apre il tavolo per il rinnovo del contratto della scuola. Il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, ha firmato l’atto di indirizzo all’Aran, l’Agenzia guidata da Antonio Naddeo, che tratta per il governo il rinnovo degli accordi del pubblico impiego. Quello dell’istruzione, del quale fanno parte la scuola, le Università e gli Enti di ricerca, con i suoi 1,2 milioni di dipendenti pubblici coinvolti, è di gran lunga il più importante per peso dei quattro comparti di cui si compone il settore pubblico (gli altri sono le Funzioni centrali, la Sanità e gli Enti locali).

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Scuola, nel nuovo contratto 2,1 miliardi per gli aumenti

Il contratto che sarà rinnovato è quello che si riferisce al triennio 2019-2021. Il tavolo, insomma, parte in grande ritardo. Il primo incontro tra Aran e sindacati dovrebbe esserci già martedì prossimo, il 17 maggio. Con quante risorse per gli aumenti parte il tavolo della trattativa? La direttiva inviata all’Aran conta su uno stanziamento complessivo di 2,167 miliardi di euro, oltre 2 miliardi dei quali a carico del bilancio dello Stato. Le risorse rappresentano, ricorda sempre la direttiva, un incremento del 3,78% rispetto al monte salari del 2018. Oltre agli aspetti economici, le direttive impartite dal governo all’Aran riguardano numerosi aspetti del rapporto di lavoro, dalla formazione allo smart working.

Ci sono alcuni indirizzi generali «comuni», che valgono sia per la scuola, che per le Università e gli Enti di ricerca, sia indirizzi specifici.

Il contratto, si legge nella direttiva, dovrà disciplinare un sistema strutturato di formazione per tutto il personale e dovrà valorizzare il personale anche attraverso forme di incentivazione alla formazione e all’impegno nelle attività di sostegno all’autonomia scolastica. Il documento parla anche di «adeguare» le retribuzioni complessive «anche in relazione a analoghe realtà europee», ma nei limiti delle risorse disponibili, anche considerato quelle stanziate dall’ultima legge di Bilancio per le Università e gli Enti di ricerca. 


LE INDICAZIONI
Oltre a direttive “generali” ci sono poi le indicazioni specifiche. Prendiamo per esempio la scuola. Viene chiesto di inserire nel contratto il principio per cui la formazione continua è un diritto dovere del personale scolastico e si esplica all’interno dell’orario di servizio. Per il personale docente saranno inserite delle ore di formazione obbligatoria, con particolare riferimento alle metodologie didattiche innovative e alle competenze linguistiche e digitali. Per «evitare oneri di sostituzione di personale», spiega ancora la direttiva, «il contratto pur riconoscendo le ore di formazione come orario di lavoro, dovrà comunque confermare le previsioni negoziali vigenti secondo cui le stesse devono fruirsi fuori dell’orario di lezione mediante una flessibilità di orario». 

 


LA REGOLAMENTAZIONE
Nel nuovo accordo entrerà anche una regolamentazione della didattica a distanza. Innanzitutto viene precisato che «la didattica in presenza è l’ordinaria e fondamentale modalità di prestazione del lavoro docente». Le ipotesi di lavoro a distanza per il personale docente saranno solo quelle individuate da «fonte primaria», quindi da norme di legge. Nel caso in cui si faccia ricorso al lavoro da remoto, il contratto disciplinerà tutte le questioni: dal tempo di lavoro al diritto alla disconnessione, dalla salute e sicurezza dei docenti fino alla formazione specifica. Sempre per i professori ci sarà una valorizzazione di alcuni incarichi. Si tratta delle funzioni strumentali al piano dell’offerta formativa. In particolare le funzioni svolte da docenti che supportano l’attività collegiale: coordinatori di classe, tutor dei neo-immessi in ruolo. «Il contesto collettivo», si legge nella direttiva inviata da Brunetta all’Aran, «procederà ad una rivisitazione di tali funzioni che ne garantisca l’adeguata valorizzazione, specificando che gli incarichi connessi alle predette funzioni non dovranno comportare l’esonero dall’insegnamento e ulteriori oneri». 

GLI ARRETRATI
Come accaduto per le Funzioni centrali, una volta firmato, il contratto della scuola darà diritto agli arretrati maturati negli ultimi tre anni. Resta da capire con quanta rapidità avanzeranno le trattative anche considerando che la scuola ha proclamato per il 30 maggio uno sciopero contro il decreto su formazione e reclutamento adottato dal governo.

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