Scuola, un docente su 6 non sa fare lezione e il 60% dovrebbe migliorare: ricerca della Fondazione Agnelli

Scuola, un docente su 6 non sa fare lezione e il 60% dovrebbe migliorare: ricerca della Fondazione Agnelli
di Lorena Loiacono
Mercoledì 3 Febbraio 2021, 07:30 - Ultimo agg. 10:26
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Il 23% degli insegnanti italiani sa spiegare bene e sa portare avanti la lezione in maniera tradizionale, il 17% invece non ci riesce. Tutti gli altri, circa 6 docenti su 10, possono e devono migliorare. Uno su 3, il 30%, sa usare strumenti didattici anche digitali per fare lezione. È quanto emerge dalla ricerca Osservazioni in classe che, con la collaborazione tra la Fondazione Agnelli e l'Invalsi, ha analizzato le pratiche didattiche degli insegnanti nella scuola italiana. 

La ricerca “Osservazioni in classe” si basa sull'osservazione diretta del lavoro didattico nelle classi di un campione rappresentativo di oltre 1600 insegnanti di italiano e matematica nelle scuole primarie e medie di 207 istituti comprensivi in tutta Italia.

In ogni istituto comprensivo sono state selezionate due classi di quinta elementare e due classi di prima media e l’osservazione è stata condotta su una lezione di due ore di italiano e su una di due ore di matematica: ciascun insegnante è stato osservato in tre momenti successivi da differenti coppie di osservatori.

L’attenzione della ricerca è stata rivolta soprattutto alle strategie e alle pratiche didattiche, secondo quattro indicatori: l’insegnamento strutturato, le tecniche di interrogazione e discussione, le strategie per sostenere l’apprendimento, il monitoraggio e la valutazione.

Circa un insegnante su sei, il 17%, non sa far lezione in maniera adeguata mentre più del 23% possiede ottime capacità di spiegare in modo strutturato, di svolgere al meglio la tradizionale lezione trasmissiva dalla cattedra.

Il restante 60% si colloca a un livello medio.

Quasi il 30% dei docenti è particolarmente efficace nell’integrare le spiegazioni con attività di apprendimento ben strutturate, sia individuali sia di gruppo, anche con l’utilizzo articolato di materiali e strumenti didattici come dispositivi digitali e risorse laboratoriali per elaborare l'apprendimento. Mentre il 13% mostra su questo fronte deficit preoccupanti. 

Complessivamente in cattedra sale un 60% di docenti che svolge le proprie pratiche didattiche in modo complessivamente adeguato, ma con importanti margini di miglioramento. La maggior parte dei docenti della scuola italiana quindi possono migliorare le loro strategie didattiche ma al momento, di fatto, non raggiungono i livelli migliori.

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I docenti quindi devono essere formati per migliorare le loro capacità didattiche. Come? «Se vogliamo un salto di qualità negli apprendimenti degli studenti del nostro Paese, in ogni grado scolastico - ha spiegato Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli -  è necessario uno sforzo energico per migliorare le capacità didattiche del maggior numero possibile di docenti, portando a livelli elevati sia quanti oggi non vanno oltre una decorosa sufficienza sia i futuri neoassunti. Investire in innovazione didattica e formazione degli insegnanti deve essere un obiettivo del piano italiano in vista di Next Generation Eu». 

Il 33% degli insegnanti di matematica risultano efficaci nella didattica, rispetto al 25% dei colleghi di italiano. Una differenza simile si riscontra anche tra gli insegnanti di scuola elementare e quelli di scuola media.

Alla primaria il 34% degli insegnanti si colloca nella fascia di eccellenza per la capacità di fornire agli allievi indicazioni sulle strategie e i metodi da seguire, alle medie i professori si fermano al 25% . La stessa differenza si registra anche tra i docenti meno efficaci: l'11% di insegnanti di scuola primaria risulta inadeguato rispetto al 16% dei docenti della scuola media. 

Alla base di questa differenza tra la capacità di insgenare di un maestro e quella di un professore delle medie è proprio nella formazione dei singoli docenti. Una maestra ha studiato per insegnare, un professore di matematica invece ha studiato matematica. «I risultati più confortanti che vengono dagli insegnanti di scuola primaria - ha osservato Andrea Gavosto,  - possono avere diverse spiegazioni. Ma è ragionevole pensare che dipendano anche da un diverso percorso di formazione, che dà maggiore rilievo alle conoscenze e competenze didattiche. Come sappiamo, invece, in Italia ai professori delle scuole medie e anche a quelli delle superiori è stata sempre e soltanto richiesta una buona conoscenza della disciplina, mentre poca attenzione è stata data alla formazione didattica, oggi ridotta veramente ai minimi termini».

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