Scuola, intervista al ministro Bussetti: «Più tempo pieno contro la fuga dai banchi al Sud»

Scuola, intervista al ministro Bussetti: «Più tempo pieno contro la fuga dai banchi al Sud»
di Mariagiovanna Capone
Domenica 26 Agosto 2018, 09:00 - Ultimo agg. 12:54
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La prima promessa è facile da realizzare. Il 12 settembre il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti tornerà a Napoli per l'inaugurazione dell'anno scolastico, convinto dall'assessore comunale Annamaria Palmieri, «per conoscere le eccellenze tra docenti, dirigenti e studenti, in territori spesso difficili e complessi», che gli ha rivolto l'invito a margine della giornata conclusiva del campus estivo di formazione dell'Associazione gestori istituti dipendenti dall'autorità ecclesiastica. Potrebbe volerci poco anche per gli altri impegni annunciati su temi come disabilità, dispersione, edilizia scolastica, mentre le spine nel fianco saranno l'immissione in ruolo e la Buona Scuola che conta di rivedere in tempi lunghi.

Ministro Bussetti, partiamo da quelle che ha definito le sfide più complesse, ossia la riforma la Buona Scuola voluta dal governo Renzi e l'immissione in ruolo dei docenti.
«Sul ruolo dei docenti è evidente che una legge che compie vent'anni vada un po' rivista, anche in relazione alla Buona Scuola che ha creato non solo uno sdradicamento degli insegnanti dal proprio territorio, ma anche che le graduatorie a esaurimento si svuotassero troppo così molti docenti abilitati sono passati dalla scuola a paritaria alla scuola statale, mettendo in crisi la prima. Dobbiamo rivedere la struttura e l'organizzazione della legge, che va rivista proprio perché in passato si aveva a che fare con numeri enormi di docenti. La riforma ha creato tanti problemi e difficoltà e il nostro impegno sarà quello di aggiustare tutto quello che si può, facendo ritrovare alla scuola la sua identità, ridargli un ruolo centrale per ottenere un obiettivo: abbattere l'abbandono scolastico».
 
Un tema che colpisce il Sud e Napoli in particolare.

«Le assicuro che colpisce tante città metropolitane italiane. Il tema della dispersione per me è assai importante perché racchiude anche dispersione di risorse, energie, lavoro. Dobbiamo quindi efficientare le risorse economiche che già ci sono. Per abbattere il problema dispersione vorrei portare nella scuola pubblica l'esperienza che ho vissuto io stesso: insegnanti volontari che si ritrovano in centri in alcune aree più complesse, dove ragazzi chiedono aiuto per recuperare in alcune discipline scolastiche, lacune che spesso partono da una difficoltà psicologica, di fragilità emotiva. Ragazzi che in questi centri ritrovano prima di tutto l'autostima e poi la voglia di tornare sui banchi di scuola. Invito l'assessore comunale Palmieri a creare questi centri qui a Napoli».

Altro impegno è quello sulla disabilità.
«La nostra scuola ha bisogno di docenti specializzati. C'è la necessità di colmare dei vuoti e c'è il mio impegno personale affinché vengano colmati in fretta, perché capisco benissimo il bisogno delle famiglie. Presto saranno attivati dei corsi di specializzazione affinché siano formati insegnanti preparati, motivati e attenti alle necessità degli studenti disabili ma anche alle loro famiglie. Docenti che siano vicini nella crescita e nella formazione dello studente, che lo accompagnino nel percorso personale. In tal senso vorrei portare la mia esperienza personale riguardo Matteo, uno studente affetto da tetraparesi spastica che l'anno scorso ho favorito in tutti i modi, perché ci credevo, affinché svolgesse l'esame di Stato. Non parla ma comunica con una tastiera, e il docente è la sua voce. Ha realizzato una relazione sul pessimismo cosmico, dimostrando quanto fosse importante vivere, convincendomi ancora di più che le persone disabili sono un immenso patrimonio».

Tra poche settimane inizierà il nuovo anno scolastico: qual è lo stato di salute degli edifici?
«Usciremo tra breve, entro la fine di settembre, con dati precisi. È stato uno dei primi impegni da ministro quello di accelerare una mappatura dell'edilizia scolastica e poter avere quindi sotto controllo lo stato di salute delle strutture, capire come e dove intervenire, per velocizzare e migliorare ordine priorità.

Ho chiesto quindi di inserire norme nel decreto Ministeri per agevolare la spesa che era già approvata (circa 7 miliardi di euro), sbloccando alcuni capitoli. A giorni quindi si chiuderà un accordo con le Regioni per spendere più in fretta i fondi della programmazione nazionale».

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