Scuola, patto per l'assunzione dei prof precari: ok a due concorsi

Scuola, patto per l'assunzione dei prof precari: ok a due concorsi
di Gianluca Sollazzo
Mercoledì 2 Ottobre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 11:40
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C'è l'accordo per l'assunzione dei prof precari. Con due concorsi che saranno banditi nei prossimi mesi il ministero dell'Istruzione corre ai ripari per arginare l'emorragia di supplenze. Trovato ieri sera l'accordo tra il ministro, Lorenzo Fioramonti, e i sindacati che verrà trasformato in un decreto legge che, forse già giovedì, arriverà in consiglio dei ministri. Si tratta della ridefinizione del decreto salva-precari finito nel limbo della crisi di governo in estate.
 
In palio 50mila posti per coprire le cattedre nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, a fronte della grave penuria di candidati da assumere dalle graduatorie ad esaurimento provinciali di mezza Italia e dalle graduatorie di concorso del 2016 e del 2018. L'obiettivo è coprire per settembre 2020 i posti vacanti sparsi per l'Italia. «L'accordo il commento di Fioramonti su Facebook - dà un duro colpo al precariato, aiuta la scuola mettendo in cattedra i nuovi assunti dall'inizio dell'anno scolastico e riattiva i concorsi ordinari per tutti».

Eppure c'è chi protesta, come i prof precari campani. «Faremo guerra nelle scuole e nelle piazze tuona Pasquale Vespa, leader Associazione nazionale docenti per i diritti dei lavoratori questo non è l'accordo per la stabilizzazione che chiedevamo, saranno tagliati fuori due terzi dei precari italiani, c'è posto solo per un precario su tre. Non ci fermeremo». Gli stessi prof precari rilanciano una petizione che in Campania ha già raggiunto oltre 7mila firme per la stabilizzazione dei precari storici senza abilitazione che lavorano da anni nelle terze fasce di istituto.

L'intesa firmata da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda prevede una procedura di reclutamento straordinaria aperta ai professori delle terze fasce di istituto che hanno almeno 3 anni di servizio nella scuola statale alle medie e alle superiori. Solo nel decreto attuativo sarà chiarito se potranno partecipare i professori che stanno maturando il terzo anno di servizio. I posti in palio sono circa 25mila a fronte di una platea di circa 60 mila partecipanti che dovranno sostenere una prova computer based composta da quesiti a risposta multipla. Ammonta a 7 decimi il punteggio minimo da raggiungere per superare la prova. I vincitori accederanno all'anno di prova in cui dovranno acquisire una certificazione di 24 crediti formativi universitari in materie antro-psico-pedagogiche. «Il periodo di prova si legge nel testo della intesa si concluderà con una prova orale selettiva nella quale i neo-immessi dovranno dimostrare di saper progettare e condurre una lezione».

La commissione di valutazione nella prova finale sarà composta dal preside e dai docenti della scuola assegnata nell'anno di prova, mentre in aggiunta alla commissione ci sarà un commissario esterno nominato dal ministero. I prof che non supereranno il quiz al computer potranno abilitarsi superando una prova di lezione simulata in regime di supplenza con durata minima fino al 30 giugno.

Altri 25 mila posti saranno messi in palio in una procedura concorsuale selettiva che verrà bandita contestualmente al concorso straordinario. Il concorso ordinario sarà aperto ai neolaureati e ai docenti che hanno lavorato negli ultimi anni nelle scuole paritarie: per ottenere una cattedra si dovrà superare una prova preselettiva, uno scritto e la prova orale. L'intesa prevede inoltre l'impegno del ministero a presentare in Consiglio dei ministri anche un disegno di legge collegato alla manovra finanziaria che disciplini i percorsi di abilitazione futuri del personale docente.

Per Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, «è stata trovata una soluzione di mediazione che dà risposte ai docenti della scuola. Diamo atto al ministro di aver saputo condurre con attenzione e tenacia una trattativa complessa che ha portato un buon risultato: risposte ai precari e prospettive alla scuola». Dello stesso parere Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda insegnanti, che auspica «tempi celeri anche per il disegno di legge che dovrà dare certezze sulla disciplina delle abilitazioni future».
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