Scuola, presidi, stop alle «pagelle»
​i nuovi premi slittano al 2018

Scuola, presidi, stop alle «pagelle» i nuovi premi slittano al 2018
di Elena Romanazzi
Sabato 15 Aprile 2017, 09:02 - Ultimo agg. 10:11
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I presidi tirano un sospiro di sollievo. Per quest'anno continueranno a percepire la retribuzione di risultato senza essere effettivamente sottoposti a valutazione come previsto dalla legge «Buona scuola». Il meccanismo si è inceppato. «L'anno prossimo entrerà in vigore a pieno titolo - fanno sapere dal Miur - nessuno ha intenzione di rinunciare alla valutazione».

Gli unici, forse, a voler evitare di essere «esaminati» dai nuclei di valutazione su base regionale (delle Usr) sono proprio i dirigenti scolastici che su questo aspetto hanno condotto una battaglia di non poco conto.

Lo slittamento di un anno è stato deciso al termine di una riunione al Miur che si è svolta il 12 aprile. Sul tavolo della trattativa la retribuzione accessoria legata all'esito della valutazione, il Fun (fondo nazionale per la retribuzione di posizione e risultato), il bando di concorso per i dirigenti scolastici e in ultimo il rinnovo del contratto e l'equiparazione retributiva al resto della dirigenza pubblica.

Il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli ha deciso per il momento di rinviare tutto al 2018 ma solo per una ragione: la mancata composizione dei nuclei di valutazione regionali. Il resto si potrà discutere in un apposito tavolo tecnico già convocato per dopo Pasqua, il 18 aprile. 

Il primo sindacato ad alzare la voce sulla valutazione è stata l'Anp (Associazione nazionale presidi). Il presidente Giorgio Rembado aveva mandato un messaggio chiaro al ministro Fedeli: «O si cambia, si riduce il livello di burocratizzazione della scuola, si rivedono i nostri stipendi, o si blocca tutto». Le incombenze - tuonava Rembado - che ci sono state affidate sono sproporzionali rispetto al nostro ruolo, non siamo contrari alla valutazione ma i parametri devono essere rivisti e corretti». Il misconoscimento del merito - ha aggiunto - inevitabilmente, comporta una delusione. Oggi i dirigenti scolastici hanno carichi enormi di lavoro, se si viene valutati tutti allo stesso modo si può facilmente essere portati a non spingere al massimo».

Al Miur si parla di «congelamento» per un anno. Le indennità verranno percepite in base alla fascia di appartenenza della scuola di incarico come è sempre avvenuto anche se con dei ritardi per mancanza di risorse.

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