Scuola, mancano 200 mila prof: a settembre in cattedra docenti senza laurea

Scuola, mancano 200 mila prof: a settembre in cattedra docenti senza laurea
Scuola, mancano 200 mila prof: a settembre in cattedra docenti senza laurea
di Lorena Loiacono
Sabato 18 Luglio 2020, 11:02 - Ultimo agg. 19 Luglio, 14:38
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In cattedra senza laurea, quindi senza il titolo di studio richiesto, per fare supplenza in quelle classi dove mancano non solo i docenti di ruolo ma anche i supplenti. Una corsa ai ripari che il ministero dell'istruzione sta mettendo in campo, per non ritrovarsi a settembre senza insegnanti da portare in aula.

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Un reclutamento d'emergenza, quindi, visto che di emergenza si tratta: si prospetta infatti un anno scolastico con 200mila cattedre scoperte, mancano docenti da assumere e anche i precari, da qualche anno, sono introvabili soprattutto per materie come italiano e matematica, lingue o informatica. Tra tutti, mancano anche le maestre per l'asilo e la scuola primaria. Per loro si resta in attesa del concorso per circa 12mila posti ma intanto non se ne può fare a meno. Anche perché l'anno scolastico 2020-2021 sarà l'anno della riapertura della scuola dopo il blocco per il Covid: vuol dire che serviranno aule e docenti in più. In numero superiore rispetto all'organico tradizionale. E, se non ci sono docenti, saranno guai. Soprattutto perché alla scuola elementare e alla materna non sarà possibile riprendere la didattica a distanza.

I LAUREANDI
La scuola online, infatti, resta una strada da evitare ma comunque in casi di necessità potrebbe prevista esclusivamente nelle classi delle superiori. Quindi il ministero di viale Trastevere chiama a raccolta gli studenti universitari, che in questo modo verrebbero avviati all'insegnamento direttamente in cattedra, non come tirocinio, prima del tempo. A settembre sarà infatti possibile entrare in classe senza laurea, nelle scuole elementari e materne: quando i dirigenti scolastici non sapranno chi convocare per coprire una cattedra rimasta senza docente, sarà possibile chiamare i laureandi in scienze della formazione primaria.
 


E' previsto nel regolamento delle nuove Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) a cui potrebbero essere ammessi anche gli studenti universitari. Ogni docente potrà iscriversi alle Gps per una sola provincia, ma comunque per più classi di concorso. Sono previste due fasce diverse: la prima comprenderà tutti i docenti abilitati all'insegnamento per le classi di concorso scelte e, per la parte del sostegno, provvisti di specializzazione. Per la scuola dell'infanzia e per la scuola elementare la seconda fascia accoglierà dunque anche gli studenti iscritti al terzo, quarto o quinto anno di Scienze della Formazione primaria.

L'idea non ha incontrato il favore del Consiglio superiore della pubblica istruzione, che aveva chiesto al ministero di inserire solo gli studenti del quinto anno, quindi prossimi alla laurea, in possesso di un numero di crediti formativi non inferiore a 240. Non sono mancati quindi i pareri negativi, anche perché per insegnare alle scuole dell'infanzia e primarie oggi serve la laurea in scienze della formazione primaria: è così da circa 20 anni. Prima del 2000 bastava il diploma magistrale. Può stridere quindi, ora, l'idea di riportare in cattedra docenti che, praticamente, hanno solo il diploma. Ma, oltre alla necessità di mandare avanti la didattica, una procedura simile potrebbe servire anche agli studenti come esperienza sul campo, prima della laurea.

LA MESSA A DISPOSIZIONE
Nelle scuole vengono già utilizzate le supplenze tramite la messa a disposizione, con laureati non abilitati e scelti dai singoli dirigenti. In questo modo si tratterebbe di formare liste riconosciute. Non solo, le graduatorie saranno digitalizzate e aggiornate ma in questo passaggio cambiano anche i punteggi: «Ci sarà una valanga di ricorsi - ha commentato Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega - docenti che hanno investito nella formazione si vedono ora ridurre i punti accreditati dai corsi già svolti».

Polemica anche la Uil scuola: «Il provvedimento invece di semplificare il sistema di reclutamento dei docenti, genererà confusione e lederà i diritti già acquisiti del personale.
Con un colpo di spugna viene modificato il regolamento supplenze, si modificano le tabelle di valutazione intervenendo su criteri e punteggi. Punteggi già cristallizzati che invece verranno modificati a danno dei docenti che, in tanti casi, vedranno i propri punteggi modificati con un totale sconvolgimento delle posizioni in graduatoria. Un provvedimento che coinvolgerà oltre un milione di aspiranti».

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