Scuole chiuse, niente Dad con l'allerta meteo: presidi e genitori contro i sindacati

Scuole chiuse, niente Dad con l'allerta meteo: presidi e genitori contro i sindacati
di Valentino Di Giacomo
Giovedì 10 Dicembre 2020, 07:30 - Ultimo agg. 15:06
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«Purtroppo bisogna distinguere tra quelle che sono le posizioni prese da qualche sindacato e ciò che pensano e fanno ogni giorno i docenti per garantire l'istruzione a milioni di bambini italiani». È perentorio Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi, nel commentare quanto ieri ha raccontato Il Mattino delle rivendicazioni dei sindacati. Per le associazioni sindacali come rilevato in più comunicati formulati in queste settimane i docenti non sono tenuti a fare lezione neppure online se i sindaci proclamano un'allerta maltempo. A nulla vale se la didattica online può servire anche per superare queste emergenze: le leggi e i contratti non lo prevedono e quindi i docenti non sono tenuti a farlo. Una presa di posizione che ha fatto adirare non solo i dirigenti scolastici che non sanno più come barcamenarsi, ma anche tanti genitori già gravati dall'emergenza Covid a tutti i livelli e per i quali si crea un'emergenza in più quando c'è brutto tempo. Una situazione di tutti contro tutti che di certo non agevola a superare la crisi che il Paese sta vivendo. Ma, va detto, si tratta di rivendicazioni che arrivano dalla quasi totalità dei sindacati, ma a conti fatti, da una netta minoranza di docenti.

La vicenda è deflagrata ieri all'ennesima allerta meteo in tante città tra queste Napoli e Salerno che ha portato diversi sindaci italiani alla chiusura obbligatoria delle scuole per evitare che nel tragitto tra casa e scuola alunni e docenti possano incorrere in qualche pericolo a causa del maltempo. Eppure queste rivendicazioni sindacali vanno avanti già da qualche mese, già dallo scorso ottobre alle prime chiusure delle scuole a causa del meteo e poi si sono ripetute ogni volta che il brutto tempo si è abbattuto su vari Comuni italiani. I sindaci chiudono le scuole e così i presidi chiedono ai propri docenti di fare lo stesso lezione online, ma non tutti aderiscono appigliandosi a leggi e regolamenti. La questione si apre non solo per quelle classi per le quali è previsto fare lezione in presenza, ma pure ed è l'aspetto più incredibile - per quelle che già fanno didattica online. Nel pieno caos che si è venuto a creare una parte dei docenti rivendica di non voler fare lezione perché in quel giorno di maltempo non avrebbero comunque lavorato. È da queste lamentele, se pure arrivate da una sparuta frangia di docenti, che si è dato origine a quei comunicati dei sindacati. Tutte unite su questo punto le sigle principali: Cgil, Cisl, Uil, Gilda, Snals Confsal come nel caso di Napoli, ma altre rivendicazioni di non far celebrare la didattica online in caso di maltempo sono arrivate dai Cobas del Lazio, della Toscana e del Veneto.

Il tutto perché le regole non contemplano un giorno di lavoro quando c'è allerta meteo. Lotte che stridono di molto con quella realtà percepita che fa il conto con le sofferenze di tanti altri lavoratori in difficoltà che non hanno alcuna tutela alla quale appigliarsi. 

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«Certi sindacati - spiega il presidente dell'Associazione dei presidi, Antonello Giannelli - sembra che siano rimasti alla metà dell'800. Il mondo è cambiato, ma loro non sembra che se ne siano accorti». Ed è proprio contro alcuni dirigenti scolastici che si sono scagliati i sindacati additando quei presidi che volevano mutuare le lezioni in presenza con la Dad in caso di allerta meteo. È quanto ha scritto ad esempio l'Unicobas di Livorno lo scorso 5 dicembre sostenendo che «la circostanza dell'allerta meteo ha fatto scattare gli appetiti dei vertici scolastici, nella corsa al disciplinamento spasmodico del settore scuola». Frasi lunari per Giannelli. Per lui la pandemia ha dato invece l'opportunità di ripensare la scuola anche nel prossimo futuro quando il Covid sarà solo un ricordo. «La Dad racconta il presidente dell'Anp potrà essere attivata proprio quando c'è allerta meteo così da non far perdere un giorno di scuola ai ragazzi. Spero che il ministero dell'Istruzione attivi un tavolo per pensare anche alla scuola del domani». Secondo Giannelli nessuno può ignorare le potenzialità oggi offerte dalle tecnologie, neppure i sindacati. «Anche il diritto di sciopero per il presidente dell'Anp va ripensato. Lo sciopero nasce nel settore privato quando i lavoratori rinunciano ad un giorno di paga e arrecano un danno al proprio datore di lavoro che così non possono produrre. Lo sciopero nel settore pubblico invece fa un favore al datore di lavoro che risparmia un po' di stipendi, ma crea disagio ai cittadini e, soprattutto, a quelle fasce di popolazione più disagiate per le quali la scuola è un presidio fondamentale». 

Sulla stessa lunghezza d'onda ci sono pure i genitori inviperiti con le rivendicazioni dei sindacati. «Proprio in questo momento spiega Gigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari tutti devono dare un qualcosa in più e bisogna far prevalere il buon senso. A soffrire non è chi è già garantito da un contratto, ma i veri eroi sono quei tanti lavoratori, le partite Iva che hanno bollette da pagare ma non sono tutelate. Fare queste rivendicazioni generando disagi alle famiglie è uno schiaffo in faccia a chi in questi mesi sta facendo sacrifici». Non solo, ma De Palo ne fa pure una questione didattica. «Adesso dice la Dad funziona meglio rispetto allo scorso anno, gli insegnanti ne hanno capito il meccanismo. Io ho cinque figli e posso solo ringraziare i docenti per quanto stanno facendo, ma queste prese di posizione dei sindacati non aiutano nessuno anche se fondate dal punto di vista giuridico».

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