«La sicurezza come bene comune», il dibattito al Suor Orsola con l'associazione nazionale funzionari polizia

«La sicurezza come bene comune», il dibattito al Suor Orsola con l'associazione nazionale funzionari polizia
Mercoledì 12 Ottobre 2022, 17:12
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«Un'istituzione deve essere sempre attenta a quelli che sono i valori fondamentali della vita comune della società. Un'università ha al suo interno una facoltà di giurisprudenza e una di comunicazione è un luogo naturale perché si guardi a questo bene comune che oltre ad essere tutelato dalle forze dell'ordine è soprattutto una cultura, una narrazione»: così il rettore dell'università Suor Orsola Benincasa, Lucio D'Alessandro, in occasione del dibattito, presso la sala degli angeli dell'ateneo, La sicurezza come bene comune.

L'incontro è stato anche l'occasione per la presentazione del volume Vincere la paura. Una nuova comunicazione della sicurezza contro il mediaterrorismo, Egea Editore 2022, dei sociologi Mihaela Gavrila e Mario Morcellini. «Sappiamo benissimo quanto all'interno di eventi come il terrorismo, o la pandemia che ci ha riguardato, sia fondamentale il modo in cui viene raccontato e le paure che ne nascono o non ne nascono, siamo attorno a un tema centralissimo della nostra vita pubblica». Alla presentazione hanno partecipato, tra gli altri, il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, e in video collegamento il capo della Polizia, prefetto Lamberto Giannini.

Il libro trae origine da un percorso pluriennale di ricerca nato in collaborazione tra sei università (Roma Sapienza, Roma link campus, Napoli Suor Orsola Benincasa, Napoli Unicampania, Milano Bicocca e Perugia Stranieri) e offre una riflessione polifonica, basata sulle voci di studiosi, rappresentanti delle forze di polizia, giornalisti e operatori dei media per definire strategie di contrasto all'insicurezza e alle paure. «La pubblicazione di questo volume, dedicato al prefetto Carlo Mosca, è arrivata in un momento in cui la tenuta della nostra società è stata messa a dura prova dalla pandemia da covid-19 che ha amplificato quelle fragilità sociali che da tempo si annidano nelle nostre comunità, lasciando spazio all'insicurezza e al sentimento della paura - dicono i curatori del libro - le organizzazioni terroristiche non potevano non sfruttare questo momento, aggiungendo preoccupazione a preoccupazione, insistendo, specie sul web, con una narrativa che, in maniera sempre più martellante, invita i propri adepti a passare all'azione, sfruttando anche la frustrazione, la rabbia e la solitudine prodotte dal virus». Il professore Mario Morcellini ha evidenziato che la narrazione deve essere «accompagnata dalla spiegazione responsabile degli eventi».

Il prefetto Palomba ha ricordato che «abbiamo fatto un accordo di sicurezza integrata e stiamo rivedendo il piano di controllo del territorio rafforzando enormemente i sistemi di videosorveglianza che sono estremamente utili. Vogliamo riprodurre in altri territori il modello galleria Umberto».

Sul fronte degli strumenti di sicurezza, ha riferito: «Abbiamo avuto un bel po' di risorse, non solo per Napoli, ma per la provincia, per la videosorveglianza e per vigili a contratto a tempo determinato. Stiamo cercando di mettere in campo tutto il possibile e continueremo con una revisione del piano di controllo del territorio».

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«È necessario in primis che il sistema del Paese, il sistema dell'istruzione, della sicurezza e i vari attori insieme diano sempre una risposta franca e credibile agli avvenimenti. È necessario avere una grandissima apertura e comunicare partendo sempre da un principio di trasparenza assoluta che è la migliore arma per evitare le fake, la lettura distorta, il falso che spesso è costruito con tecniche di disinformazione che affondano la loro radice nella notte dei tempi»: così il prefetto Giannini. Ha sottolineato che «le organizzazioni terroristiche e gli estremisti sfruttano ciò che accade dando una narrativa dei fatti tesa a instillare la paura in cui prolifera la minaccia, la loro capacità di avere adepti e il danno che possono fare alla società che intendono attaccare. È evidente che riuscire a fare una contro narrativa che sia di tipo scientifico, che sia corretta informazione, che sia un dibattito o anche semplicemente riuscire a dare dei parametri di giudizio può essere fondamentale, tenendo presente che non dobbiamo sottovalutare questo tipo di messaggio perché raggiunge Stati e persone di ogni livello culturale, ogni tipo di educazione e ogni capacità di discernimento. Come operatori della sicurezza in piena sinergia con gli altri attori sociali abbiamo il dovere di contrastare la paura per garantire equilibrio sociale, offrendo opportunità per esercitare diritti e libertà». Giannini ha espresso apprezzamento per la crescente sinergia tra mondo accademico e mondo della sicurezza che potrà «offrire ai ragazzi un contributo scientifico ed esperienziale perché sono loro il patrimonio più prezioso della nostra società, sono loro che dovranno portare avanti il testimone per il progresso in sicurezza di questo Paese».

Il segretario nazionale dell'associazione nazionale Funzionari di polizia, Enzo Letizia, ha posto l'accento sulla necessità di una narrazione responsabile per contrastare le narrazioni radicalizzanti che alimentano la paura ed opinioni che inducono alla ribellione nei confronti delle istituzioni. «Durante la pandemia sul web c'è stata un'accelerazione delle tesi negazioniste, complottiste ed estremiste. Per vincere la paura occorre una diffusa narrazione eticamente responsabile da parte di tutta la società civile».

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