Giovani, c'è voglia di fuga: 6 studenti immigrati su 10 vorrebbero lasciare l'Italia

Giovani, c'è voglia di fuga: 6 studenti immigrati su 10 vorrebbero lasciare l'Italia
di Marco Esposito
Sabato 9 Luglio 2022, 08:06 - Ultimo agg. 16:48
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Mentre in Italia si litiga sullo ius scholae, gli studenti stranieri sperano di lasciare l'Italia. È il dato forse più sorprendente del Rapporto annuale Istat. Alla domanda Dove ti piacerebbe vivere da grande? solo una minoranza dei giovani immigrati che frequentano le scuole medie o le superiori risponde «In Italia»: il 41%. Non è un problema di ius soli o ius scholae perché tra i giovani immigrati che hanno ottenuto la cittadinanza italiana la percentuale di chi resterebbe in Italia è ancora più bassa: il 39,8%. In pratica 6 giovani immigrati su 10 sognano di lasciare l'Italia e di questi sei, uno lo farebbe per tornare nel proprio territorio d'origine mentre gli altri cinque sceglierebbero di andare in un posto diverso.

Non se ne deduce, e in effetti l'Istat non lo fa, che rendere più celere l'acquisizione della cittadinanza italiana sia inutile o addirittura dannoso. Peraltro, rileva l'Istituto di statistica, nel caso dei ragazzi che rientrano tra i potenziali interessati dalle nuove norme sulla cittadinanza in discussione (nati in Italia o arrivati prima dei 12 anni, con almeno 5 anni di frequenza scolastica) l'84,4 per cento pensa in italiano.

Il tema non è legale ma ha a che fare con le peculiarità delle giovani generazioni e cioè «la mobilità virtuale a cui sono abituati come nativi digitali».

I dati sono stati raccolti nel corso della mega Indagine bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri, pensato per il dopo pandemia e che nel 2021 ha coinvolto 108mila studenti stranieri e italiani di medie e superiori. Sono dati, quindi, che non hanno precedenti rilevazioni per cui non è possibile dire se il fenomeno sia in crescita o stabile. A essere intervistati sono stati sia italiani figli di italiani, sia studenti con uno o due genitori stranieri, nati o meno in Italia. Ai ragazzi italiani l'Istat ha sottoposto un quesito errato, almeno a dare fede ai documenti in rete. Alla domanda «Dove ti piacerebbe vivere da grande?» gli studenti potevano scegliere tra le opzioni «In Italia» e «In un altro stato estero» come se l'Italia fosse uno dei possibili stati esteri.

In ogni caso, il 59% dei giovani italiani ha risposto «Italia» per cui c'è comunque una consistente minoranza (41%) che immagina di trasferirsi altrove, in particolare negli Stati Uniti. A sognare un futuro lontano dall'Italia sono soprattutto le femmine, con un 48,4% di esterofile contro il 35,8% dei coetanei maschi. Anche tra i giovani di origine straniera sono soprattutto le donne a vedere con piacere un futuro altrove rispetto all'Italia: il 66,3% contro il 51,9% dei maschi. Tra le nazionalità, i meno radicati in Italia sono i giovani delle Filippine (solo il 32% resterebbe qui) seguiti dai cinesi (37%). In nessuna delle principali cittadinanze c'è una maggioranza che propende per l'Italia ma, in termini relativi, spicca il 44% degli studenti di origine marocchina, seguiti con il 42% dagli albanesi.

Sul desiderio di vivere altrove incide anche la situazione economica familiare: i ragazzi che ritengono la propria famiglia come abbastanza o molto povera immaginano di vivere all'estero da grandi nel 51,4% dei casi, mentre per chi considera la propria famiglia come abbastanza o molto ricca la quota di chi vorrebbe vivere all'estero si riduce al 38,4%.

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Secondo l'Istat, siamo di fronte a «cittadini del mondo, spesso abituati a viaggiare, a fruire di periodi di studi all'estero, ad avere contatti con amici in altri Paesi. Si tratta di comportamenti che caratterizzano in generale i giovanissimi al di là della loro origine, tuttavia i ragazzi con background migratorio rappresentano inevitabilmente la punta avanzata di queste nuove generazioni cosmopolite».

Quindi l'invecchiamento dell'Italia potrebbe avere una ulteriore grave accelerazione: se i ragazzi (che siano nati o meno in Italia) percepiranno il Paese come poco stimolante e privo di futuro cercheranno di trasferirsi altrove, aggravando la drammatica crisi demografica nella quale già siamo precipitati. Tale flusso potenziale in uscita andrebbe più che compensato da giovani di altri Paesi del mondo che inseguano il sogno di vivere in Italia e in particolare nel Mezzogiorno.

«Questi dati - conclude l'istituto presieduto da Giancarlo Blangiardo - mettono in luce l'urgenza con cui offrire ai giovani nel complesso, incluse le seconde generazioni, chances e opportunità concrete per il futuro, evitando di disperdere un capitale umano estremamente prezioso per un Paese che continua a invecchiare sempre più velocemente».

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