Gli studenti e l'italiano: Campania maglia nera, quattro su 10 arrancano

Gli studenti e l'italiano: Campania maglia nera, quattro su 10 arrancano
di Elena Romanazzi
Giovedì 11 Luglio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 11:11
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Si parte tutti dallo stesso livello, ma già in quinta elementare ci si perde per strada. Per poi, nella secondaria di primo grado, incassare l'appellativo di «asino» e finire con quello di «ignorante» e «impreparato» nella secondaria di secondo grado che si tratti di liceo, tecnico o professionale. Il livello di preparazione degli studenti italiani lascia a desiderare. Italia a due e più velocità.
 
Maglia nera al Sud, eccellenze (a macchia di leopardo al Centro-Nord). Dati presentati ieri che inducono ad una riflessione: perchè se il 35% di ragazzi della terza media non comprende un testo di italiano allora c'è qualcosa di serio che non va.

Ci sono stati dei miglioramenti ma non in tre regioni: Campania, Calabria e Sicilia. È una vera e propria caporetto rispetto al resto d'Italia. Si parte dalla primaria. Come detto in seconda livello di apprendimento omogeneo, in V, invece, la scuola elementare «fatica - si legge nel rapporto - ad esercitare una delle sue funzioni principali, ossia quelle di appianare le differenze dovute all'ambiente di provenienza, quindi di garantire a tutti uguali opportunità di proseguire con successo gli studi». Iniziano le differenze che maturano nelle medie. I dati parlano chiaro. Si parte da italiano: in Campania, ma anche in Sicilia e in Sardegna, 4 ragazzi su 10 non raggiungono i traguardi previsti (il 40%). In matematica si precipita: 5 studenti su 10 in terza media non è all'altezza dei programmi, arranca, si confonde, non sa fare i calcoli. In inglese non va meglio. Media nazionale di lettura 77,6%, Campania 60%. Per il listening (l'ascolto) 6 su 10 raggiungono il livello A2, percentuale che scivola al 40% in Campania. Lacune che nella maggior parte dei casi si porterà avanti fino alla fine della secondaria superiore di secondo grado. A livello nazionale nella seconda superiore 7 ragazzi su 10 padroneggiano in italiano, 6 su dieci in matematica. E in Campania? 4 su 10 hanno difficoltà in italiano e più di 5 su 10 in matematica.

Non tutti sono asini. Anzi. Quest'anno gli esiti dell'Invalsi mostrano una formazione in miglioramento e un livello di apprendimento superiore al passato. Si è migliorati di tre punti percentuali, non ovunque. Le ragazze sono più brave in italiano e inglese, i ragazzi in matematica. Comunque in generale in terza media gli studenti che in Italiano mostrano un difficile apprendimento e non raggiungono un livello adeguato di traguardi previsti sono il 30% al Nord Ovest, il 28% nel Nord Est, al Centro il 32%, al Sud il 40% e al Sud e sulle Isole il 46%. In Matematica, se possibile, il quadro peggiora e appare ulteriormente differenziato fra le diverse aree del Paese: la percentuale di alunni che non arriva ad un livello adeguato è del 32% nel Nord Ovest, del 28% nel Nord Est, del 35% nel Centro, del 48% nel Sud e del 56% nel Sud e Isole. Al termine delle scuole superiori, gli allievi che raggiungono risultati molto bassi in Italiano sono circa il 13% del totale, ma questa quota supera il 20% in Campania, Basilicata e Sicilia, per arrivare al 25% in Calabria.

Bravi in inglese ma non nelle altre materie dove arrancano con delle differenze ad esempio in Italiano di ben diciotto punti e di nove in Matematica. Per i maturandi le differenze si assottigliano rispetto agli italiani scendendo in Italiano a soli nove punti e in Matematica a 5 punti.

I dati del Rapporto Invalsi evidenziano «innegabili motivi di preoccupazione». Spiega il ministro Marco Bussetti. «L'Invalsi è uno strumento che consente di avere una foto articolata e dettagliata del nostro lavoro, consente di analizzare eccellenze e criticità del sistema per realizzare azioni puntuali ed efficaci», ha proseguito il ministro. Le differenze territoriali pesano come un macigno nel dibattito sull'Autonomia. Un aspetto su cui ora tuonano i sindacati puntando il dito proprio contro l'autonomia regionale: «Se non si interviene sulle disuguaglianze profonde tra Nord e Sud, tra territori diversi nelle stesse regioni - sottolinea il segretario generale della Flc-Cgil Francesco Sinopoli - continueremo ad avere sempre gli stessi risultati. Come vogliamo intervenire sulle disuguaglianze? Con l'autonomia differenziata? Assolutamente no». Regionalizzazione - incalza Rino Di Meglio della Gilda - che sarebbe il colpo di grazia definitivo. Ironico Pino Turi della UIl: «Vengono evidenziate difficoltà nella comprensione del testo italiano e invece di rafforzare la lingua si vogliono portare i ragazzi a studiare il veneto o il lombardo. Un vero paradosso».
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