Università, il codice per truccare i concorsi dettato da un professore napoletano

Università, il codice per truccare i concorsi dettato da un professore napoletano
di Mary Liguori
Mercoledì 27 Settembre 2017, 08:12 - Ultimo agg. 28 Settembre, 08:51
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Inviata

Firenze. A volte basta un poco di zucchero e la pillola va giù. Anche l'esclusione immotivata dal concorso per
l'abilitazione all'insegnamento universitario sembra meno amara se motivato con le frasi giuste. Deve aver pensato questo il professor Fabrizio Amatucci, uno dei sette arrestati due giorni fa con l'accusa di avere truccato l'esito delle selezioni nazionali. Deve aver immaginato che l'importante era rendere credibile quei giudizi ingiusti, tanto incredibili che anche le sue allieve, commentandoli in sua assenza, esprimono sdegno rispetto all'esclusione di un candidato supertitolato, il professor Giuseppe Ingrao di Messina. «Ma come fai a non metterlo dentro questo? Come fai?» sbotta Roberta Alfano dopo che Maria Giovanna Petrillo le ha detto che il docente associato all'ateneo siciliano «è dotato della produzione più varia, povero cristo... Tocca tutto, tutto lo scibile della speciale, alla generale, alla processuale».

«Come fai a lasciarlo fuori?», si chiedono le due che hanno esaminato i curricula dei vari candidati e quindi sono consapevoli che si sta consumando un'ingiustizia. Il come lo spiega Amatucci quando detta a entrambe il giudizio da riportare per motivare la mancata abilitazione del siciliano. Scegliere espressioni diplomatiche, usare termini che potessero nascondere la verità: è il codice Amatucci. L'abilitazione per i docenti universitari avviene, secondo la procura di Firenze, se sei nella lista di una delle fazioni che giostrano il concorso annuale. L'elenco di Amatucci, agli atti secondo quanto detta il professore spagnolo Lopez Espadafor a un altro docente coinvolto, Giuseppe Zizzo, ci sono ventotto nomi di papabili suddivisi in due gruppi di seconda fascia, tra i quali sei probabili da abilitare, e un gruppo di prima fascia con quattro nomi discutibili.

Per tutti gli altri occorre tagliare quindi Amatucci usa, appunto, una sorta di codice, un gergo con il quale rendere accettabili giudizi altrimenti incomprensibili. Il 10 marzo del 2015 nel suo studio detta alle allieve cosa scrivere rispetto a Giuseppe Ingrao. Petrillo le fa notare che «non può essere attaccato sul piano della ricerca», ma Amatucci sa come superare l'«ostacolo». Per quelli che «hanno tutto», spiega, si deve scrivere che «non ha la maturità». 
La Petrillo, che oggi insegna diritto tributario alla Sun a Santa Maria Capua Vetere, e consiglia ai propri allievi proprio un testo di Amatucci, dimostra di aver inteso. Quindi aggiunge «non c'è rigore metodologico adeguato alla trattazione delle tematiche».

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