Università, immatricolazioni in calo: in Campania persi oltre novemila iscritti

La grande fuga dalle università

Università, immatricolazioni in calo: in Campania persi oltre novemila iscritti
di Lorenzo Calò
Martedì 5 Luglio 2022, 07:00 - Ultimo agg. 16:21
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L'università italiana perde quasi diecimila iscritti nell'ultimo anno accademico. Chi sperava in una ripresa delle immatricolazioni nella fase post Covid resta dunque deluso, tanto più che nell'anno accademico precedente - quello 2020-2021 - una certa rivalutazione dell'appeal del nostro sistema di formazione superiore si era pure intravista. A conti fatti - i dati ufficiali delle immatricolazioni nell'anno accademico 2021-2022 sono stati appena elaborati dal Mur - i nuovi iscritti in Italia sono stati 320.863 contro i 330.266 dell'anno accademico precedente. Resta invece consolidato un fenomeno già da tempo evidente, e cioè che le giovani leve di sesso femminile sono nettamente più numerose dei colleghi maschi: le immatricolazioni in rosa quest'anno sono state 178.810 contro le 142.053 dei maschi. I numeri ufficiali del ministero parlano a livello nazionale di -2,85% sebbene le performance dei vari atenei abbiano portato a risultati differenziati per area geografica, offerta formativa, appeal mediatico. Insomma, non tutte le università italiane hanno chiuso con il segno meno. Le performance migliori al San Raffaele di Milano, al Campus biomedico di Roma, Roma-Tor Vergata, Roma-La Sapienza, Bologna, Politecnico di Torino. Al Sud bene la Parthenope, il Suor Orsola Benincasa, Catanzaro e Catania (queste ultime due con un +10 per cento rispetto all'anno precedente).

Rispetto al precedente anno accademico le università campane nel loro insieme presentano un saldo negativo: perse 9.403 immatricolazioni. Per i due grandi atenei, maluccio la Federico II (-1,58%, vuol dire che ha perso circa 250 studenti rispetto all'anno accademico precedente) mentre crolla Salerno: -7,53 per cento, 500 studenti in meno ma in ulteriore calo anche rispetto al 2020-2021 quando - a fronte di un consistente incremento a livello nazionale - l'ateneo salernitano aveva perso un altro 3,39%.

Quanto alle performance delle altre università, la Parthenope totalizza +2,84%; il Suor Orsola Benincasa +7,76, sostanziale parità per la Vanvitelli (-0,4%) mentre si conferma la discesa degli atenei medio-piccoli con un crollo dell'Orientale (-13,59%, perde circa 300 nuovi studenti rispetto all'anno accademico 2020-2021) e Unisannio (-7,59).

Nonostante l'impulso generalizzato alla didattica a distanza, causa Covid, le telematiche fanno registrare tutte un brusco calo: perde anche Pegaso (-24,9% rispetto al 2019-20 e -39,12% rispetto al 2020-21). Ma in genere sono tutte le telematiche a fare passi indietro: Unicusano (-29,6%), Giustino Fortunato di Benevento (-11%), Uninettuno/Roma (-45,1%), Unitelma/Roma (-60,7%). 

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L'analisi di Eurostat in ambito Ue più che come un campanello d'allarme suona come una condanna per l'Italia: il 41% dei giovani dell'Unione europea tra i 25 e i 34 anni possiede un diploma universitario, per il nostro Paese la percentuale è del 28. Anche Eurostat evidenzia come le donne laureate siano largamente più numerose degli uomini: il 47% della popolazione femminile rispetto al 36% della platea maschile. «Gli Stati membri dell'Ue si sono posti l'obiettivo di aumentare al 45% entro il 2030 la quota di popolazione laureata», ricorda ancora Eurostat. A quella percentuale però sono già arrivate Lussemburgo e Irlanda (che sono oltre il 60% di laureati, sempre nella fascia 25-34), Cipro, Lituania, Paesi Bassi, Belgio (tutti e quattro oltre il 50%), Francia, Svezia, Danimarca, Spagna, Slovenia, Portogallo e Lettonia. Sotto la media Ue finisce anche la Germania mentre l'Italia è al penultimo posto della classifica, poco meglio della Romania (23%), e dopo l'Ungheria (33%).

Proprio ieri, intanto, il ministro dell'Università e della Ricerca Maria Cristina Messa ha firmato i provvedimenti che definiscono, in via provvisoria, i posti disponibili per l'accesso al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Veterinaria e Professioni sanitarie per l'anno accademico 2022/2023. Per Medicina si registra un aumento del 5%. Il potenziale formativo inserito dalle università in banca dati è di 14.740 posti per i candidati dei Paesi Ue e non Ue residenti in Italia, a fronte dei 14.020 dello scorso anno, e di 1.136 per i candidati dei Paesi non Ue residenti all'estero. Per infermieristica la crescita è del 3,5% con una platea di 31.730 posti disponibili. 

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